Sono oltre 2 milioni le persone nate all’estero che nel 2010 hanno pagato l’Irpef, per un totale di quasi 6.2 miliardi di euro, il 4.1% del totale pagato in Italia. E’ quanto emerso da una ricerca realizzata dalla Fondazione Leone Moressa, relativa al gettito Irpef pagato nel 2010 dai cittadini nati all’estero e residenti sul territorio italiano.
Secondo lo studio, rispetto al 2009 c’è stato un calo dell’1%, a fronte però di un aumento del 4.3% dell’imposta netta pagata: i nati all’estero nel 2010 hanno pagato in media quasi 3.000 euro a testa, un importo inferiore rispetto a quello pagati dai cittadini italiani (4.974 euro). Differisce anche la percentuale di coloro che pagano l’Irpef: si tratta del 61.8% dei cittadini stranieri e del 75.5% di quelli italiani. Tale differenza è dovuta, secondo gli autori della ricerca, ai “bassi livelli di reddito” dei cittadini stranieri, che per questo “beneficiano, più degli italiani, di detrazioni fiscali”.
Tra i contribuenti stranieri, i cittadini rumeni rappresentano il gruppo più numeroso, e anche quello che paga un’imposta netta più alta: “il 18% di tutti i contribuenti nati all’estero proviene dalla Romania, e tali soggetti contribuiscono al 10,3% di tutto l’Irpef pagata dagli stranieri. I secondi in termini di provenienza sono gli albanesi, seguiti dai marocchini”.
La distribuzione dei contribuenti nati all’estero sul territorio nazionale non è uniforme: la maggior parte si concentra in Lombardia (21,1%), in Veneto (11,9%), e in Emilia Romagna (11,1%). Guardando all’incidenza dei cittadini di origine straniera rispetto al totale dei contribuenti, Trentino Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia si trovano al primo posto: in entrambe le regioni, su 10 soggetti che pagano le imposte sui redditi, 1 è nato all’estero. Subito dopo arrivano Veneto (8,9%), Emilia Romagna (8,6%), Liguria (8,3%). Più si va verso il sud Italia, minore è l’incidenza dei contributi stranieri. La stessa considerazione può essere fatta per quanto riguarda l’ammontare dei contributi: in Lombardia, il valore assoluto di imposte pagate dai cittadini stranieri è di oltre 1,6 miliardi di euro, seguito dal Lazio (746 milioni) e dal Veneto (644 milioni). Anche in questo caso, “nelle aree meridionali tale peso diminuisce”. Se alla costruzione di tale quadro contribuisce il fatto che nelle aree del nord Italia “la presenza e la penetrazione degli stranieri nel mercato del lavoro è più radicata”, va sottolineato anche che questi dati rispecchiano la presenza di “sacche di irregolarità che colpiscono il lavoro sommerso straniero”: a tal proposito, lo studio sottolinea come “l’apporto degli immigrati alla finanza pubblica sarebbe certamente maggiore … se il sistema riuscisse a eliminare” tali situazioni di irregolarità lavorativa.
Clicca qui per scaricare lo studio completo