Il Ministero dell’Interno gli ha negato la cittadinanza italiana a causa della sua “contiguità con movimenti che perseguono scopi non compatibili con la sicurezza della Repubblica”.
Il riferimento è al movimento No dal Molin, che dal 2006 si batte contro il progetto di una nuova base militare statunitense. La nuova installazione andrebbe a insediarsi nell’aeroporto Dal Molin di Vicenza, consolidando gli altri insediamenti statunitensi già presenti sul territorio vicentino, come la Caserma Ederle e la base Site Pluto di Longare, diventando la 173° Brigata Aerotrasportata, secondo il progetto del Pentagono la base logistica più importante dell’esercito statunitense in Europa.
Come membro di questo movimento, Marko, un ragazzo di 25 anni, non ha diritto alla cittadinanza italiana.
Poco importa se, arrivato in Italia nel 2001, ha frequentato le scuole e l’università. Così come non sembra avere peso il fatto che la sua domanda di cittadinanza risponda a tutti i requisiti previsti dalla legge, e che Marko non abbia alcun precedente penale.
Il 22 aprile scorso, il Ministero dell’Interno gli ha negato la cittadinanza. Nonostante la Costituzione garantisca la libertà di associazione (art 18) e di manifestazione libera del pensiero (art 21).
Pubblichiamo di seguito l’appello rivolto alla Prefettura di Vicenza, al Ministero dell’Interno, alla Presidente della camera Laura Boldrini, e al Ministero per l’Integrazione Cecile Kyenge.
Stranieri siete voi! Il cambiamento ha piena cittadinanza
Appello contro il rigetto della cittadinanza italiana ad un attivista No Dal Molin
Sottoscrivi l’appello. Straniero è chi vuole fermare il cambiamento
Alla Prefettura di Vicenza
Al Ministero dell’Interno
Alla Presidente della camera Laura Boldrini
Al Ministero per l’Integrazione Cecile Kyenge
Il 22 aprile scorso il Ministero dell’Interno ha deciso di negare a Marko, 25 anni, residente a Vicenza e attivista del movimento No Dal Molin e dell’Associazione per i Diritti dei Lavoratori, la concessione della cittadinanza italiana.
La sua storia non è molto diversa da quella di migliaia di giovani che ancora sono costretti a vivere da stranieri nel luogo in cui sono nati o cresciuti.
Marko è arrivato in Italia con la famiglia nel 2001, qui ha frequentato le scuole e l’Università, ed è qui che ha costruito la sua vita dopo aver dovuto lasciare la Croazia a 12 anni a causa delle discriminazioni subite dai genitori a seguito del conflitto nei Balcani.
La sua richiesta di cittadinanza risponde a tutti i requisiti previsti dalla legge, ma al Ministero dell’interno questo non basta.
Come molti suoi coetanei, Marko ha scelto di regalare parte del suo tempo alla costruzione di un Paese migliore per sé e per gli altri, ma proprio per questo il Viminale considera la sua domanda di cittadinanza indesiderata, così come considera indesiderate le battaglie che insieme a molti altri, in questi anni, Marko ha costruito.
Mobilitazioni e presidi che hanno coinvolto migliaia di persone nella difesa dei beni comuni e per la dignità di una città minacciata dalla costruzione di una base che nessuno vuole e che deturpa irreparabilmente il territorio; campagne e attività contro le discriminazioni e per i diritti di chi come lui in Italia è arrivato da “straniero”; scioperi e picchetti al fianco dei lavoratori sfruttati da appalti loschi e caporali spietati; iniziative ed incontri per l’apertura di spazi culturali e di aggregazione giovanile; sportelli e reti di solidarietà contro la crisi e per un nuovo welfare: queste secondo il Viminale sarebbero attività “aventi scopi non compatibili con la sicurezza della Repubblica” con cui motivare il rigetto della sua domanda di cittadinanza.
Nessuna condanna penale, nessun giudizio di pericolosità sociale, ma invece un curriculum, una storia, fatta di partecipazione ed esercizio della cittadinanza attiva, di pensiero critico e solidarietà sociale, di qualche manifestazione non autorizzata o interruzione di pubblico servizio (non ancora accertati) per dare corpo al desiderio di libertà e giustizia che ha condiviso in questi anni con migliaia di persone nella sua città ed in questo Paese e che sono il motore del cambiamento vero, il sale della democrazia, linfa vitale per il futuro di noi tutti, principi cardine riconosciuti dalla Costituzione quando sancisce il dovere inderogabile di solidarietà politica, economica e sociale (art 2) e garantisce la libertà di associazione (art 18) e di manifestazione libera del pensiero (art 21).
Rispondiamo così tutti insieme al Ministero dell’Interno rispedendo il rigetto al mittente e chiedendo per Marko, così come per i tanti giovani costretti ancora ingiustamente a vivere da stranieri in questo Paese, l’immediato conferimento della cittadinanza italiana.
Perché nessuno possa mettere ai margini della cittadinanza chi si batte per i diritti, perché la partecipazione, la solidarietà, la voglia di libertà, non possono essere considerate straniere, perché nel Paese che vogliamo il cambiamento ha piena cittadinanza.
Qui il link per firmare l’appello