Mentre scrivevamo della morte di quaranta persone al largo delle coste libiche, apprendiamo che un’altra imbarcazione è affondata in mezzo al mare tra la Libia e Lampedusa. Quindici i cadaveri già recuperati, circa 210 le persone tratte in salvo. Sarebbero più di cento i dispersi.
L’allarme è stato lanciato alle autorità marittime italiane dall’equipaggio di un rimorchiatore al servizio di alcune piattaforme petrolifere situate a 50 miglia dalle coste della Libia e a 100 miglia da Lampedusa: secondo la segnalazione, un’imbarcazione sulla quale c’erano circa 400 persone si sarebbe rovesciata. Sul posto stanno convergendo unità navali dell’operazione Mare nostrum e alcuni mercantili per prestare soccorso.
Rimaniamo in attesa di ulteriori informazioni. Intanto leggiamo con preoccupazione i commenti di alcuni lettori sul sito dell’Ansa: “Basta pensiamo prima a noi”, “chiudere le frontiere”, “ma si pensa che agli italiani frega qualcosa di questa spazzatura?”.
Commenti che lasciano senza parole, di fronte alle quali è obbligatorio porsi degli interrogativi sul livello di disumanità e di mancanza di solidarietà che ormai stanno diffondendosi nell’opinione pubblica.