I sindacati di polizia tornano sui Cie.
Nello specifico, su quello presente a Modena, che sarebbe “da chiudere”. Il motivo? “Le criticità” della struttura che, a parere di Siulp, Silp, Sap, Consap, Ugl e Coisp, necessiterebbe di maggiori risorse. “Non passa giorno senza che qualcosa di spiacevole avvenga, negli ultimi giorni si è riaccesa la miccia, che in realtà non si è mai spenta, ed è arrivato il momento che la politica nazionale ed il Dipartimento della Ps si assumano le proprie responsabilità”, si legge nella nota diffusa oggi dai sindacati, che lamentano un sovraccarico di lavoro a fronte di una insufficienza di personale. “Dal 2004 ad oggi il numero del personale della Polizia di Stato a Modena è sceso sino a raggiungere il minimo storico nel 2011, ovvero a 417 unità, con un disavanzo di almeno 50 poliziotti; per non parlare, poi, dei pensionamenti senza sostituzione, il che porterebbe il numero a 70”. In queste condizioni, secondo i sindacati “si mette a repentaglio la sicurezza di chi lavora ogni giorno all’interno della struttura, ma si badi bene, anche di tutti i cittadini […] Ogni tensione al Cie deve essere gestita con il personale impiegato in servizio di pattuglia, il che significa distogliere le Volanti impegnate nel controllo del territorio”. Per questo, “a meno di considerevoli incrementi di personale per le forze di polizia, o di una diversa attribuzione dei servizi connessi all’immigrazione, la Questura di Modena non può più permettersi di avere un Cie”. Detto in altri termini, “senza risorse aggiuntive, il Cie di Modena deve essere chiuso”.
Le criticità che caratterizzano la gestione del Cie non sono solo quelle denunciate dai sindacati di polizia. Da novembre, il Consorzio l’Oasi, gestore della struttura, non paga gli stipendi ai lavoratori, che cercano di portare alla luce questa situazione per mezzo di continui scioperi. Nei giorni scorsi è intervenuta la Prefettura, saldando di tasca propria il 40% del mese di novembre. Ma il problema, per le 26 persone impiegate nel Centro di identificazione ed espulsione, rimane.
Ma le prime vittime del sistema di detenzione sono le persone trattenute all’interno del Cie, private della libertà per la “colpa” di non avere il permesso di soggiorno che, viste le condizioni di detenzione, hanno dato vita a manifestazioni di protesta. Nessun interrogativo da parte della politica circa le motivazioni delle proteste bensì, come unica risposta, la repressione con l’uso delle forze dell’ordine.
Una disattenzione evidenziata del resto dagli stessi sindacati di polizia nella loro nota: “Il complesso fenomeno dell’immigrazione, regolare ed irregolare, anziché essere sostenuto e finanziato con le risorse umane, materiali ed economiche necessarie, ricade completamente sulle spalle dei poliziotti modenesi che lo devono gestire con i pochissimi mezzi a disposizione nel silenzio assoluto del Ministero e della disattenzione della politica nazionale”.