Mentre a Bruxelles i governi europei discutono della gestione del fenomeno migratorio – mantenendo un approccio securitario – di mancata accoglienza si continua a morire.
Un ragazzo di 20 anni originario del Senegal è morto a causa dell’incendio divampato all’interno di una tendopoli improvvisata a Campobello di Mazara. Il ragazzo, arrivato in Italia sette mesi fa, aveva raggiunto un parente a Milano: non trovando un impiego aveva deciso di andare in Sicilia a lavorare nelle campagne.
E’ rimasto gravemente ustionato mentre tentava di accendere un fornelletto a gas per riscaldare del cibo: trasferito in un reparto specializzato dell’ospedale Civico di Palermo, è morto domenica scorsa.
La struttura che ha preso fuoco è composta da cellophane, stracci e legno che poggiano su una base di cemento, dove prima c’erano le baraccopoli del terremoto del 1968.
In queste condizioni vivono circa 500 persone, tutte di origine straniera, impegnate nella raccolta stagionale delle olive e nella vendemmia nella Valle del Belice: tre euro a cassetta, per 10 ore al giorno.
La situazione era già stata denunciata più volte: solo pochi giorni fa il deputato nazionale di Sel Erasmo Palazzotto visitava la tendopoli e ne denunciava le condizioni degradanti, senza acqua nè servizi igienici, sollecitando i commissari prefettizi a intervenire. Anche la Croce Rossa Italiana tempo fa con una nota lanciava l’allarme circa lo scoppio di epidemie ed altri problemi riguardanti lo stato di salute e di igiene delle persone, mentre alcune associazioni locali chiedevano alle autorità di attrezzare l’area con strutture idonee.
Ora, dopo la morte di un ragazzo, il capo di gabinetto della Prefettura di Trapani Umberto Massocco ha assicurato che “l’Ufficio territoriale del governo sta valutando come intervenire, anche attraverso l’ausilio della commissione prefettizia, per cercare di migliorare le condizioni di vivibilità”.
“Tuttavia un piano operativo non sembra esserci ancora”, sottolineano alcuni attivisti del M5S di Campobello, firmatari di un‘interrogazione urgente presentata venerdì scorso (25 ottobre) al Presidente della Regione e all’Assessore regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro. I firmatari chiedono “un intervento urgente, di concerto con le competenti autorità, al fine di attrezzare l’area dei servizi igienici e di un presidio sanitario”. Inoltre, si sollecitano l’Ufficio territoriale del governo a definire “quali misure urgenti intende adottare per contrastare il fenomeno del caporalato, che rappresenta la causa primaria che genera condizioni di vita disumane”.