Due righe. Pochi commenti. Nessuna indignazione. E’ quanto deduciamo dalla breve e “silenziosa” notizia diffusa in data di ieri dal Corriere dell’Alto Adige che riporta le dichiarazioni di Pius Leitner, Consigliere provinciale appartenente al gruppo DieFreiheitlichen. Nel corso di un intervento in aula, il Consigliere ha dichiarato che, a proposito del welfare, “alcuni immigrati, grazie ai contributi sociali, vivono in Alto Adige come i vermi nello speck”. Dopo le dichiarazioni, persino Maurizio Fugatti della Lega Nord ha preso le distanze e ha parlato di “metafora infelice”. Mentre il verde Hans Heiss, più duro, ha detto che “parlare di persone come insetti o parassiti, ricorda il nazismo che definiva vermi gli ebrei”.
Non sappiamo cosa esattamente abbia “ispirato” il Consigliere quando ha fatto queste dichiarazioni. Un’immagine forte, d’impatto e anche fantasiosa, al punto che neanche Google Immagini riesce a rintracciare. Certo è, che affermazioni come queste non possono essere derubricate a “gaffe” o a “metafore infelici”, quasi fossero “scappate” di bocca.
Le parole sono armi, si diceva pochi giorni fa al Sabir Festival a Pozzallo. E si rende sempre più attuale e pressante proprio la definizione di politiche, strategie e iniziative per combattere i discorsi di odio, tanto nella realtà virtuale, quanto nella vita di tutti i giorni.