Il servizio civile è finalmente aperto a tutti i e le giovani, di qualsiasi cittadinanza, regolarmente residenti sul territorio italiano. Ieri sera, infatti, la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge delega di riforma del Terzo Settore, che disciplina anche il Servizio Civile. Il testo, all’art. 8 (allegarlo), apre le porte “alla revisione della disciplina in materia di servizio civile nazionale”. Una revisione che dovrà tenere conto della finalità del Servizio civile, inteso come promotore della “difesa non armata della patria” e dei “valori fondativi della Repubblica”.
Quello raggiunto ieri con il voto in Aula è un traguardo importante, e arriva dopo un lungo percorso a ostacoli che ha impedito a molte persone di prendere parte a questa importante esperienza formativa. Un percorso di cui abbiamo dato conto, ripercorrendo passo dopo passo le varie fasi, dai molti ricorsi alle sentenze dei tribunali, al pronunciamento della Corte Costituzionale (qui è possibile approfondire). Sono stati diversi gli interventi sulla questione: da ultimo, il parere del Consiglio di Stato (n.1091/2014) che, come ricordato nell’interrogazione presentata dal parlamentare Giulio Marcon (Sel), ha definitivamente chiarito che la norma contenuta all’articolo 3 del decreto legislativo n. 77 del 2002, relativamente ai requisiti di ammissione del servizio (solo i cittadini italiani), va “disapplicata, in quanto incompatibile con il divieto, sancito dalla normativa europea, per gli Stati membri di prevedere per i cittadini stranieri [..] un trattamento diverso rispetto a quello stabilito per i cittadini nazionali”. “Occorre che il Dipartimento della gioventù del servizio civile nazionale [..] consenta anche ai cittadini stranieri di accedere al servizio civile”: scriveva allora il Consiglio di Stato. Nonostante le sentenze e le prese di posizione, l’eliminazione del requisito discriminatorio nei bandi non era stato ancora eliminato in modo definitivo. Ma oggi finalmente le cose sono cambiate.
“E’ positivo che nel 2016 un Parlamento nazionale voti che la finalità del Servizio Civile Universale, cioè aperto a tutti coloro che chiedono di farlo, sia la difesa non armata della Patria ai sensi degli art. 1 e 52 della Costituzione e il dovere di partecipazione alla vita sociale”, sottolinea Licio Palazzini, presidente della Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile.
Finalmente, la politica si adegua non solo al paese reale, ma anche alle tante sentenze che hanno dato ragione ai ricorsi presentati da associazioni e singole persone, private, per un requisito discriminatorio, della possibilità di realizzare questa esperienza. La riforma approvata, essendo una legge delega, dovrà ora essere resa operativa dai decreti che il governo dovrà presentare. Nel frattempo, in questi giorni è in uscita un nuovo bando di Servizio Civile, per il reclutamento di 40mila volontari. Questa volta, speriamo, senza alcuna esclusione.