Pubblichiamo qui di seguito un articolo di Giovanni Maria Bellu sull’ennesima tragedia del mare, sull’ennesima morte di una bambina siriana, e con lei, di almeno altri sette bambini negli ultimi giorni. Tutto accade mentre nel mondo si celebra l’inizio del Giubileo della Misericordia.
di Giovanni Maria Bellu
Nel giorno dell’apertura della Porta Santa e dunque della Misericordia – che poi è anche il secondo giorno dopo il risultato senza misericordia delle amministrative in Francia – una bambina siriana di 5 anni – Sajida Ali – ha provveduto a sistemare un post-it sulla memoria lacerata dell’Europa.
Per farlo ha seguito, suo malgrado, lo stesso sistema che all’inizio di settembre fu adottato – con un impatto mediatico spaventoso a livello planetario – da un suo connazionale ancora più giovane: Aylan Kurdi, di appena 3 anni. E’ annegata nel mar Egeo. Come, d’altra parte, un’altra settantina di altri bambini in questi ultimi tre mesi. E altri sette in questi ultimi giorni.
Solo che quei bambini – al contrario di Aylan e di Sajida – non hanno incontrato un dio del mare misericordioso che ha riportato i loro corpi su qualche spiaggia e, soprattutto, non hanno incontrato un fotografo ad attenderli. Così sono diventati numeri, anche approssimativi. Diciamo, infatti, che sono morti “una settantina” di bambini. Con l’approssimazione che si utilizza per descrivere le dimensioni di un gregge di pecore.
Non disponiamo delle liste dei passeggeri dei barconi che attraversano il mare. I morti li calcoliamo a spanne. Diciamo – col supporto di alcune università e di qualche associazione umanitaria – che sono stati tra i 15mila e i 25mila dalla metà degli anni Novanta. Qualche migliaio in più o in meno. Come quando mettiamo a confronto i numeri dei partecipanti a una manifestazione “secondo la questura” e “secondo i dimostranti”.
La strage degli innocenti
Di tanto in tanto – per motivi in apparenza totalmente casuali – qualcuno di questi morti riprende la propria identità ed è come se resuscitasse. O come se nascesse una seconda volta. Circondato dal mondo intero. Proprio come Gesù bambino nel presepe. I Re Magi hanno la macchina fotografica e annunciano la cattiva novella dell’orrore.
Solo che ogni volta l’orrore deve avere un qualcosa di più. A settembre il dio del mare collocò il cadavere di Aylan Kurdi sulla spiaggia turca di Bodrum in modo che tutti poterono rendersi conto che quel bambino era vestito in modo molto simile ai nostri figli e nipoti quando vanno all’asilo. Sajida, invece, è coperta da un giacca bianca. Non ne vediamo il viso. Ci dice solo che, davvero, si continua a morire nel mare, tutti i giorni in tutte le stagioni e a tutte le età.
Cosa che, d’altra parte, sapevamo già. Lo sappiamo benissimo da molti anni. Da molto prima che Sajida nascesse. Ora lei, con discrezione, quasi con timidezza, lo ribadisce. Non ci disturberà più di tanto. Il dio del mare, almeno lui, nel giorno della Misericordia è stato misericordioso.