Sono sbarcati sulle coste italiane lo scorso 5 ottobre, ma dell’Italia hanno visto solo l’Istituto penale per minorenni di Catania. E’ lì infatti che sei giovani egiziani, tutti di 16 e 17 anni, sono detenuti. L’accusa? Favoreggiamento dell’immigrazione “clandestina”.
Nessuno di loro parla italiano, e “alcuni ancora indosserebbero la maglietta con i colori dell’Italia con la quale sarebbero arrivati sulle coste del nostro Paese”, si legge nel comunicato dell’associazione Antigone, che da oltre 20 anni si batte per i diritti delle persone detenute.
“Il fatto che dei ragazzi di 16-17 anni, dopo aver vissuto con i propri occhi l’esperienza della violenza e della morte, si possano ritrovare addirittura rinchiusi in galera costituisce il segno evidente di quanto sia violenta, illiberale e ingiusta la legge Bossi-Fini sull’immigrazione, che va immediatamente abolita”, dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, secondo il quale “rimane difficile credere che per questi ragazzi, arrivati in Italia dopo aver rischiato la vita in mare e aver magari visto i propri compagni di viaggio o familiari morire, non sia stato possibile trovare una sistemazione più accogliente e congrua alla loro giovane età”.
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