Una mail che chiede ai parlamentari italiani di “fare qualcosa contro il pericolo di contagio da virus Ebola portato nel nostro paese dagli immigrati”: è l’anonima – almeno per ora – missiva recapitata pochi giorni fa in Parlamento, a proposito del cosiddetto “allarme Ebola” che da giorni gira sulle pagine di alcuni giornali, oltre che in rete e nei discorsi di alcuni politici.
Un allarme costruito, privo di fonti e “decisamente propagandistico”, come lo definisce Raffaele K. Salinari nell’articolo Se l’immigrato diventa l’untore, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto il 28 aprile.
Untore, ossia il nome dato a coloro che durante l’epidemia di peste di Milano del 1630 furono sospettate di diffondere il contagio con unguenti malefici; contro di essi si scatenò spesso l’ira popolare, e si dette anche corso a persecuzioni giudiziarie.
Un po’ quello che si sta creando, ad arte, intorno agli ultimi arrivi di migranti.
“Alcuni parlamentari presenteranno un esposto alla polizia postale” informa Salinari. Intanto, il giornalista prova a fare chiarezza sul virus da un punto di vista storico-epidemiologico. Perchè la linea di condotta adottata ora da molti politici e da alcuni media “ricompare sempre, in forme mutate ma sostanzialmente identiche, nel corso di tutte le crisi identitarie della lunga storia europea. Cambiano i capri espiatori, [..] cambiano anche le malattie”, ma permangono dei tratti in comune, delle “caratteristiche evocative, completate da un immaginario raccapricciante che la paura del diverso ingigantisce a dismisura”.
Mentre invece la realtà scientifica continua a rimanere nascosta.
Segnaliamo l’articolo, che si può leggere qui.