Con l’estate tornano gli sbarchi e la possibilità che la traversata delle persone che prendono il mare (e il deserto) per giungere sulle coste d’Europa torni a essere un argomento di propaganda politica e di un braccio di ferro costante tra istituzioni, soccorritori e ministri. Auguriamoci che non sia così, ma senza farci illusioni.
Le notizie in materia sono diverse. La prima è relativa a un barcone che portava a bordo 98 persone (secondo quanto riferisce l’OIM): 73 sono state tratte in salvo e almeno un corpo è stato recuperato.
La seconda è che a Marina di Manduria, a sud di Taranto, sono sbarcati 70 migranti, probabilmente pakistani e che la comunità locale si è immediatamente mobilitata per fornire loro i primi aiuti, un pasto caldo e beni di prima necessità. Il Comune ha messo a disposizione lo stadio che, ha spiegato il sindaco, è dotato delle strutture necessarie a ospitarli.
A Genova, intanto, è arrivata la nave della marina militare che portava i 100 migranti soccorsi in mare nei giorni scorsi. Al largo della Tunisia, invece, c’è una barca con decine di persone a bordo cui viene negato lo sbarco nel Paese africano – che comunque non ne garantirebbe i diritti. Quel barcone è stato ignorato – a detta di fonti tunisine – dalle autorità italiane e maltesi.
Le migrazioni, pur non essendo in nessun modo un’emergenza dal punto di vista del numero di persone che attraversano il mare (o che arrivano dalla Turchia in Grecia), continuano ad avere un risvolto drammatico dal punto di vista delle condizioni in Libia, dei pericoli affrontati per attraversare il mare e in termini di capacità di accoglienza.
L’unica buona notizia, in questo senso, è l’arrivo di 149 persone giunte in Italia utilizzando il corridoio umanitario per il quale si sono adoperati l’Unhcr e la Comunità di Sant’Egidio. Le persone evacuate provengono da Eritrea, Somalia, Sudan ed Etiopia. Tra loro vi sono 65 minori, 13 hanno meno di un anno, e uno di loro è nato due mesi fa. Sia costoro che le migliaia di migranti che rimangono in Libia hanno vissuto per lungo tempo in “condizioni disperate” leggiamo nel comunicato Unhcr. Nello stesso comunicato: “Quasi 1.000 rifugiati e migranti sono stati evacuati dalla Libia o reinsediati nel 2019, mentre nel solo mese di maggio più di 1.200 persone sono state riportate indietro dalla Guardia Costiera libica dopo essere state soccorse o intercettate mentre tentavano la fuga in mare”. Mille in 5 mesi sono state fatte arrivare in Europa, 1200 in un mese sono state riportate in Libia.
Secondo Unhcr tra gennaio e marzo 2019 sono arrivate nei Paesi mediterranei circa 16mila persone via mare e via terra. Un numero praticamente identico a quello dello scorso anno. La novità sta nell’aumento degli sbarchi in Spagna e nella diminuzione di quelli in Italia. Le rotte, come noto, cambiano. E probabilmente il riacutizzarsi della crisi libica ha reso più difficile lasciare quel Paese per il nostro. Aumentano le partenze dalla Tunisia per l’Italia e dal Marocco per la Spagna. Aprile e maggio sono i due mesi con più arrivi.