Ci sarebbe una vittima su una delle imbarcazioni raggiunte dalle due navi mercantili che hanno soccorso 661 persone al largo del Canale di Sicilia: a darne la notizia è il ministro dell’Interno Angelino Alfano, a margine del vertice convocato al Viminale con il capo della Polizia Alessandro Pansa, seguito a quello con i responsabili delle Forze dell’ordine, delle Capitanerie di Porto e della Marina Militare.
Le persone arrivate oggi vanno ad aggiungersi alle 1500 soccorse, sempre nelle ultime ore, dalle navi della Marina militare “San Giorgio”, “Espero” e “Sirio”, insieme alle motovedette della Capitaneria di porto, a un’unità della Guardia di finanza e con il supporto di una nave mercantile, e ai 1.049 migranti soccorsi nella notte tra lunedì e martedì e condotti ieri nei porti siciliani di Augusta (Siracusa) e Pozzallo (Ragusa) dalle navi “Maestrale”, “Euro” e “Foscari”.
Proprio sulla situazione degli sbarchi Alfano è intervenuto durante il Giornale radio Rai: “L’emergenza si fa sempre più grave, con un bilancio di circa 4000 soccorsi in mare, quindi 4000 sbarchi, nelle ultime 48 ore”, ha dichiarato Alfano, sottolineando che “dall’inizio dell’anno abbiamo avuto 15 mila arrivati per mare”.
A fronte di questa situazione, Alfano ha sollecitato l’intervento dell’Unione Europea: “Il tema è grave e va preso seriamente in mano dall’Europa, subito, perchè questa frontiera del Mediterraneo è una frontiera europea, e l’Europa non può pensare che dando 80 milioni di euro l’anno a Frontex ha risolto il problema”.
Proprio pochi giorni fa Alfano aveva richiesto una maggiore responsabilizzazione da parte delle istituzioni europee, parlando di “circa 600mila persone pronte a arrivare” (ne abbiamo parlato qui). Numeri smentiti dal Cir, mentre Michele Cercone, portavoce della commissaria agli Affari Interni della Commissione UE Cecilia Malmstrom, rispondeva: “Noi abbiamo cifre da diverse fonti sul numero degli sbarchi di migranti in Europa, e non posso né confermare né smentire i numeri forniti ieri dal ministro dell’Interno italiano Angelino Alfano per quanto riguarda la portata dei possibili sbarchi di migranti, nei prossimi mesi, perché non so come sono stati fatti i calcoli né quale siano le fonti o il metodo usato. Comunque, i numeri a nostra disposizione sono dello stesso ordine di grandezza”. Ad ogni modo, la Commissione UE, pur riconoscendo che “la pressione dei flussi migratori su certi Stati membri, fra cui l’Italia, è molto alta”, sottolineava che “l’Italia non è mai stata lasciata sola. A dicembre sono stati stanziati trenta milioni di euro per aiutare l’Italia nell’operazione Mare Nostrum, e la Commissione ha messo in atto anche [..] accordi di cooperazione con Marocco e Tunisia e recentemente un trattato di collaborazione sull’immigrazione con la Turchia. Abbiamo rafforzato la cooperazione con i paesi d’origine e di transito dei migranti. Abbiamo messo in piedi una rete europea per i pattugliamenti. Abbiamo rafforzato Frontex e, se gli Stati membri daranno la loro disponibilità a investire risorse finanziarie e tecniche nei prossimi mesi, la rafforzeremo ulteriormente”.
Insomma, tutte misure perfettamente in linea con quella che era stata la richiesta di Alfano, ossia un maggior controllo delle frontiere. E’ infatti questa la politica prioritaria dell’Europa in materia di immigrazione. In questo senso si inseriscono anche gli accordi di cooperazione con i paesi di origine dei migranti: paesi profondamente instabili, come specificato dallo stesso ministro dell’Interno, che sottolinea la ben nota “connessione diretta” tra l’instabilità politica nei paesi e i flussi di migranti, oltre che l’aumento di “persone che fuggono dalle guerre e che presentano una domanda di protezione”.
Da questi paesi, proprio in ragione dell’instabilità politica ed economica ricordata da Alfano, le persone continueranno a volersene andare. Sviluppare dei piani di controllo dell’emigrazione in paesi con queste caratteristiche può quindi essere inutile, oltre che dannoso per i diritti delle persone: solo per fare un esempio, richiamiamo le molte denunce sull’uso della forza da parte degli agenti della polizia marocchina – con cui la Spagna ha stretto accordi bilaterali – contro i migranti che provano a entrare nelle enclaves spagnole di Ceuta e Melilla (ne abbiamo parlato qui).
Dal canto suo, comunque, l’Italia sta facendo, nelle parole di Alfano, “un’azione di soccorso che ci rende campioni del mondo di soccorso in mare. Dall’inizio dell’anno – prosegue il ministro dell’Interno – abbiamo avuto 15 mila arrivati per mare”. Una situazione che rappresenterà “una priorità assoluta del semestre di presidenza italiana dell’Ue”, anche se “non sappiamo fino a quando l’Italia potrà reggere i costi dell’operazione Mare Nostrum, per cui l’Italia spende ogni giorno 300mila euro, 9 milioni al mese”.
Le dichiarazioni di Alfano sembrano un messaggio a metà tra uno slogan a favore dell’Italia “campione di soccorso” e un annuncio cautelativo rispetto a una situazione che non è un’emergenza ma che va gestito con politiche diverse da quelle sinora sperimentate.
Alla comprensione del fenomeno e alla sua reale presa in carico, con l’adozione quindi di strumenti utili in tal senso, non aiutano né i messaggi deresponsabilizzanti del governo, né tantomeno le espressioni usate da alcuni giornalisti: “emergenza”, “allarme”, “ondata di disperati”, fino ad arrivare alla “valanga umana” riportata da La Repubblica.
Ci sono delle vie possibili per cambiare la situazione. Le proposte non mancano tra le quali quelle presentate a Lampedusa pochi giorni fa con il manifesto L’Europa sono anch’io. Quando queste proposte ve rranno prese in considerazione dalla politica,tanto nazionale quanto europea?