Nel pomeriggio del 3 luglio, dapprima attraverso i social e poi pian piano tramite stampa locale e nazionale, si è diffusa assai rapidamente la notizia di una ennesima presunta aggressione razzista ai danni di una donna (noi ne abbiamo parlato qui). Il fatto sarebbe accaduto a Sassari, in pieno giorno, il 2 luglio, davanti ad un bancomat.
Non sono stati usati mezzi termini dalla stampa, almeno a caldo: si è trattato di razzismo. E anche noi, vista la denuncia da parte delle associazioni antirazziste locali, che hanno organizzato anche un presidio, abbiamo ritenuto di dover raccontare l’accaduto.
Il 3 luglio 2018, il sito Cagliaripad per primo ha pubblicato una notizia che riportava una lite avvenuta in fila al bancomat. Un riscontro ufficiale lo abbiamo trovato, poco dopo, sulla testata locale La nuova Sardegna, sempre il 3 luglio. Diverse le voci che si sono levate in difesa della ragazza aggredita. “All’orrore della violenza contro una donna, per futili motivi, si aggiunge l’indifferenza se non anche la complicità dei passanti in un vergognoso corollario di razzismo – si legge nel comunicato inviato dalla rete Diritti al cuore – Siamo davvero diventati così bestie da non mostrare più alcuna umanità?”. Diritti al cuore ha soccorso la ragazza in Ospedale e l’ha seguita ed affiancata con un legale nella denuncia dell’aggressione. “Maria ha presentato una denuncia in Questura e la polizia ha già acquisito i video dell’ufficio postale per verificare tutta la storia. Auspichiamo che questo brutto episodio si concluda subito con la condanna dell’aggressore e, se verificato, anche dei complici. Un ritardo nell’accertamento dei fatti potrebbe dare l’impressione di impunità e incentivare la violenza xenofoba. Non permettiamo che accada”, ha riferito un comunicato del Mos. Anche l’Associazione Acos di Sassari è intervenuta con un post sui social: “Ciao a tutti, oggi purtroppo è accaduto un fatto gravissimo e ve ne parlo perchè non possiamo lasciarlo passare inosservato. Nel pomeriggio una giovanissima ragazza nigeriana è stata brutalmente aggredita da un ragazzo indigeno (…) Due volontarie Acos sono con lei e ci riferiscono che è molto scossa, quando sono arrivate tremava ancora”. Quindi il sindaco di Sassari, Nicola Sanna, ha condannato con fermezza l’aggressione: «Già le associazioni ieri e oggi hanno mostrato la vicinanza alla vittima di violenza e la capacità di risposta della cittadinanza con due sit-in. Sulla scia di quel movimento spontaneo, voglio esortare la città tutta a reagire, a contrastare qualsiasi episodio di violenza, anticamera della deriva che la nostra società può prendere. L’episodio locale altro non è che lo specchio della situazione nazionale, una situazione dettata dalle scelte delle attuali cariche al governo del paese».
Ora, a distanza di un paio di giorni dall’accaduto, da ieri, sembrerebbe emergere una versione opposta dei fatti, supportata dai filmati delle telecamere di sorveglianza delle Poste. Anche noi, come le altre associazioni, abbiamo ricevuto alcuni commenti che contestano la dinamica dei fatti. Ci sono effettivamente dei nuovi elementi nella vicenda, la cui rilevanza deve essere ancora ufficializzata.
Le versioni su quanto accaduto davanti all’ufficio postale di via Bogino sono state differenti sin dall’inizio. Da una parte la giovane donna, presunta vittima, che ha parlato di un’aggressione razzista. Dall’altra il presunto aggressore, un trentenne sassarese che, esibendo i traumi provocati da morsi, graffi e pugni, fatti poi refertare, ha fornito ai poliziotti, che lo hanno convocato in Questura, una versione opposta della vicenda.
Il giovane (che a detta della stampa locale avrebbe qualche precedente penale, anche per maltrattamenti e lesioni) respinge con forza l’accusa di razzismo giustificandosi con il fatto di avere anche una compagna di nazionalità colombiana. Egli stesso si è presentato in via Bogino, presso il presidio antirazzista e ha raccontato la sua versione dei fatti (qui il video).
Alcuni testimoni raccontano che il ragazzo avrebbe strappato la tessera bancomat dalle mani della donna per esortarla, “con modi tutt’altro che gentili”, a ultimare in fretta le operazioni allo sportello automatico (e anche per sua stessa ammissione, il presunto aggressore nel video conferma di averlo preso e di aver spintonato la donna). Questo avrebbe scatenato la reazione della giovane e la successiva colluttazione violenta tra i due.
Sui fatti indaga, a tutt’oggi, la squadra mobile: oltre alle testimonianze dirette di chi ha assistito alla lite, gli investigatori contano sulle immagini registrate dalla videocamera di sicurezza puntata sul bancomat.
Secondo alcune fonti della stampa locale, la Polizia, dopo aver visionato la registrazione, smentirebbe il racconto della giovane nigeriana e confermerebbe la versione dell’uomo, secondo il quale sarebbe stata la donna, dopo essere stata ripresa per aver saltato la fila, ad aggredirlo per prima con graffi e morsi. Dai fotogrammi – come riporta il quotidiano La Nuova Sardegna – si sarebbe scoperto che la ragazza avrebbe “messo le mani al collo dell’uomo”. A quel punto lui si sarebbe difeso. Tuttavia, i video sono senza audio (e probabilmente in bianco e nero) e quindi non si sa bene cosa lui potrebbe averle detto.
Nessun episodio di razzismo e nessuna indifferenza dei passanti? Difficile dirlo.
Anche dopo aver ascoltato a lungo la testimonianza raccolta dai volontari di Diritti al cuore, possiamo solo condividere con loro il fatto che, innanzitutto, la dinamica è ancora in corso di verifica, e poi che tutta questa vicenda dimostra a chiare lettere che il clima generale che stiamo vivendo è davvero teso e ciò favorisce il proliferare di situazioni di conflitto. Si dovrebbe, più in generale, vista l’eccezionalità della situazione italiana, tentare di abbassare i toni, documentare e raccontare con cura quanto accade, valutando tutti gli elementi possibili.
Ad oggi, non ci sono ancora elementi sufficienti per sostenere che la denuncia sia totalmente infondata. Restiamo in attesa di un comunicato ufficiale delle forze dell’ordine che indagano sul caso e speriamo che anche l’avvocato della giovane donna possa prendere rapidamente visione dei filmati in questione.