A Foggia, questa mattina all’alba, durante una operazione congiunta di Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri sono state eseguite diverse misure cautelari in carcere nei confronti di soggetti responsabili di diversi reati. In particolare, la Polizia di Stato ha tratto in arresto due giovani foggiani (classe 1997 e 1998) ritenuti gravemente indiziati dei reati di propaganda e istigazione a delinquere “per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”, nonché lesioni personali pluriaggravate ai danni di sei braccianti stranieri (di nazionalità gambiana, senegalese, ghanese e guineana).
Le indagini risalgono all’alba del 23 luglio scorso (vedi qui) e vanno a ritroso nei giorni precedenti.
Un cittadino gambiano, a bordo di una bicicletta, era stato colpito al volto da alcune pietre scagliate dagli occupanti di un’auto scura in transito. Gli investigatori, intervenuti sul posto, collegavano questo episodio alle lesioni subite qualche ora prima da due cittadini senegalesi, anche loro colpiti da sassi al volto mentre percorrevano in bicicletta via Manfredonia. Tuttavia queste prime due vittime non avevano richiesto l’intervento delle forze di polizia, ma erano stati soccorsi soltanto dal personale medico.
Il 13 luglio, un piccolo gruppo di braccianti agricoli stava attraversando la statale di Foggia est in bici per raggiungere i campi di lavoro. Nel mezzo del viaggio, alcuni di loro venivano colpiti alla testa da una raffica di sassi lanciati da un’auto. Due giorni dopo, il 15 luglio (vedi qui), succedeva la stessa cosa, sempre all’alba: ancora tre cittadini stranieri (due cittadini senegalesi e un ghanese) venivano colpiti con una sassaiola nella medesima via e con il medesimo modus operandi. Alcuni di loro riportavano lesioni gravi al volto e agli occhi.
Quattro aggressioni e nove feriti nell’arco di 10 giorni. A cui si aggiungeva un altro episodio il 17 luglio. Nella stessa zona, un ragazzo straniero a bordo di un motorino, attraversava la statale diretto verso i campi da lavoro. Un’auto lo raggiungeva, gli si avvicinava e lo speronava. Il ragazzo sbatteva la testa per terra nella caduta e perdeva un dente.
La ricostruzione dei percorsi della macchina utilizzata per il lancio di pietre, effettuata mediante l’acquisizione delle telecamere di video-sorveglianza presenti in zona, ha consentito alla Polizia di risalire ai colpevoli. Tale ricostruzione è stata poi corroborata anche dall’acquisizione delle descrizioni effettuate dalle vittime e dal successivo riconoscimento da parte di quest’ultime dei due autori del reato.
Il GIP presso il Tribunale di Foggia ha emesso a carico dei due giovani indagati un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari ed ha stigmatizzato tale violenza come gratuita e motivata solo da un sentimento di intolleranza: “Gli indagati hanno mostrato una spiccata propensione a delinquere, impermeabile al tempo ed ai danni arrecati alle vittime. Il programmato, reiterato e gratuito ricorso alla violenza dà contezza di personalità incuranti delle conseguenze del proprio agire e della concreta possibilità di provocare anche la morte delle vittime. Gli indagati, quindi, si dimostravano sprezzanti della vita e della incolumità altrui, adusi a sbeffeggiare ed esercitare violenza ai danni di soggetti deboli che alle prime luci dell’alba si recavano con le biciclette a lavorare nei campi”.