I rappresentanti del Tavolo Nazionale Immigrazione hanno espresso oggi al Ministro Riccardi e ai rappresentanti dei Ministeri dell’Interno e del Lavoro le loro preoccupazioni circa le difficoltà segnalate nell’utilizzo del provvedimento di emersione previsto dal dl 109/2012. In particolare, le organizzazioni aderenti al Tavolo hanno denunciato il rischio di un insuccesso del provvedimento di emersione in assenza di chiarimenti sui principali punti critici, primo fra tutti la necessità di provare la presenza del cittadino straniero in Italia al 31 dicembre 2011.
Di seguito il testo del comunicato diffuso dalle associazioni.
Comunicato stampa
La procedura di emersione va resa equa e fruibile o rischia di essere un’occasione mancata
Si è svolto oggi presso il Ministero dell’Integrazione un incontro tra le organizzazioni del Tavolo Nazionale Immigrazione e rappresentanti dei Ministeri dell’Interno e del Lavoro, coinvolti nella procedura di emersione prevista dal dl 109/2012 attuativo della Direttiva europea n.52.
Alla riunione, alla quale hanno partecipato il Ministro Riccardi e funzionari dei vari ministeri, i rappresentanti del Tavolo hanno esposto le preoccupazioni derivanti dall’estrema difficoltà di utilizzare il provvedimento a causa di alcune condizioni previste per accedervi.
I rappresentanti dei Ministeri presenti hanno confermato la posizione del Governo che, secondo le organizzazioni del Tavolo immigrazione, impedisce di fatto a una parte dei datori di lavoro di far emergere i rapporti di lavoro in corso.
In particolare, come ha ribadito nell’intervento introduttivo a nome del Tavolo Oliviero Forti di Caritas Italiana, l’esperienza dei primi giorni dall’entrata in vigore conferma il rischio di un insuccesso dell’intervento di emersione in assenza di chiarimenti sui principali punti critici.
La richiesta della prova di presenza in Italia al 31 dicembre 2011, è a nostro parere incongrua e ingiustificata e si configura come una vessazione sia nei confronti dei lavoratori che dei datori di lavoro. Ricordiamo infatti che le pubbliche amministrazioni non possono produrre documentazione, salvo in casi molto particolari, per stranieri irregolarmente presenti nel territorio.
La nostra richiesta, che non ha ottenuto risposta, è di chiarire al più presto almeno cosa si intenda per organismi pubblici, ampliando il più possibile il novero dei soggetti che possono rientrare in questa categoria, non escludendo anche il ricorso a certificazioni emesse da enti privati.
L’attuale situazione determina fra l’altro uno scenario che potrebbe dar luogo a un ampio contenzioso giurisdizionale.
Il rischio che abbiamo evidenziato anche in questa occasione ai rappresentanti del Governo è che il provvedimento venga applicato in maniera restrittiva e disomogenea e che, in assenza di una circolare esplicativa, si alimenti il mercato delle prove false e l’attività di faccendieri e imbroglioni.
Non ci resta dunque che sperare che da parte del governo arrivi finalmente un segnale che vada nella direzione da noi indicata per rendere davvero efficace e fruibile un provvedimento così atteso.
Per il Tavolo Immigrazione: Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cisl, Cgil, Comunità di S. Egidio, Fcei, Sei-Ugl, Uil
Roma, 20 settembre 2012