“La nuova tipologia di accoglienza predisposta da Prefettura e Croce Rossa rappresenta una completa violazione dei minimi standard di accoglienza e dignità umana”. Lo affermano gli attivisti di Africa Insieme e Progetto Rebeldìa, dopo la visita effettuata, insieme al consigliere comunale Francesco Auletta (Una città in Comune- PRC) ai tre container installati a Cascine Nuove all’interno del Parco di San Rossore, per l’accoglienza dei richiedenti asilo. “I container sono stati installati in uno spiazzo verde completamente esposto al sole, con temperature interne che nello scorso fine settimana hanno toccato i 46 gradi. Mancano le docce e la collocazione spaziale non può che richiamare la volontà di esclusione e allontanamento di persone che sono scappate dalla guerra e hanno attraversato il mare in cerca di un futuro migliore”, scrivono gli attivisti. Che parlano di “urbanistica del disprezzo: luoghi inospitali, isolati e mal collegati con la città, ai quali è possibile accedere solo previa autorizzazione delle istituzioni competenti”. Luoghi di esclusione, “la cui gestione – sottolineano i membri delle associazioni – è stata affidata alla Croce Rossa, che già durante la precedente esperienza di accoglienza, nei container di via Pietrasantina, ha mostrato le fortissime lacune e criticità nella gestione di percorsi di integrazione sul territorio”. Visti i precedenti, non si capisce quali siano “e motivazioni che hanno portato a questa scelta”. “Più che la volontà di costruire percorsi di inclusione sociale e professionale sul territorio sembra che l’obiettivo sia quello di ‘controllare, contenere ed escludere’ persone colpevoli di essere fuggite dalla loro terra e, dopo un viaggio straziante e interminabile, di aver presentato domanda di protezione internazionale”, denunciano gli attivisti, che evidenziano anche la totale mancanza di accoglienza della giunta.
“L’amministrazione comunale non mette a disposizione nemmeno un metro quadro per fare accoglienza in città. Eppure gli spazi ci sarebbero: dalla progettualità sul Distretto 42 presentata e bocciata in consiglio comunale, che prevedeva l’utilizzo di parte degli spazi per l’accoglienza, agli innumerevoli immobili abbandonati da anni in città; dalla struttura di accoglienza di via Garibaldi, chiusa da oltre un anno e mezzo per lavori mai realizzati, agli appartamenti abbandonati di proprietà dell’università”. Proprio a fronte di questa situazione, le associazioni invitano il sindaco Filippeschi, l’assessore alle politiche sociali Capuzzi, il presidente della Croce Rossa Cerrai e il prefetto Visconti “a trascorrere 24 ore nei container per verificare se possa ritenersi umana e dignitosa un’accoglienza di questo tipo”: “richiediamo con forza ed estrema urgenza – proseguono – che entro 48 ore i container vengano smantellati per evitare che, dopo la sottoscrizione delle leggi razziali nel 1938, il Parco di San Rossore diventi teatro di una nuova vergogna”.
Qui il testo delle associazioni
Le immagini dei container sono state scattate dagli attivisti di Africa Insieme e Progetto Rebeldia
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