Nella notte tra il 10 e l’11 aprile, ignoti hanno tentato di incendiare la finestra di una casa nel Comune di San Lorenzo Dorsino, piccolo comune di 1600 abitanti in provincia di Trento. L’atto sarebbe collegato alla disponibilità offerta dal proprietario di un B&B, Gustavo Buscaini, di affittare una parte di un suo locale a Cinformi (il Centro Informativo per l’immigrazione della provincia di Trento) per ospitare 7 richiedenti asilo. Il Sindaco del paese sarebbe stato informato in via preliminare dell’accordo.
La firma del contratto, già agli inizi di aprile, aveva portato alla diffusione da parte del neo Deputato della Lega Nord Diego Binelli di una nota stampa che lanciava un “allarme”, e al presidio della struttura da parte di alcuni deputati. Così, in paese, secondo quanto ha dichiarato Buscaini a Radio Popolare si sarebbe diffuso rapidamente l’allarme sull’arrivo di un numero imprecisato di richiedenti asilo.
I media locali non hanno certo contribuito a calmare le acque: “Il sentimento di paura è diffuso in tutto il paese, c’è chi minaccia il ricorso ad atti di forza per evitare l’arrivo, ma per fortuna si tratta di una ridotta minoranza”, scriveva il Giornale del Trentino l’8 aprile scorso, parlando anche di una protesta dell’associazione degli albergatori locale.
Qualche giorno dopo, il tentativo di incendiare la finestra di un’abitazione che in realtà non è quella affittata a Cinformi, ma una casa ceduta dallo stesso Buscaini alla sua compagna. A seguire Casa Pound ha esposto uno striscione davanti al b&b con lo slogan “Basta finti profughi” e ha poi di fatto giustificato il fatto avvenuto nella notte: “E’ una chiara manifestazione di un disagio nei confronti di questa imposizione delle istituzioni, perché i cittadini di San Lorenzo non sono mai stati interpellati a riguardo”.
L’opposizione all’arrivo dei migranti è stata ribadita anche da alcuni cittadini durante un incontro con l’assessore Luca Zeni, bersagliato da fischi e urla. Non è la prima volta che avviene un episodio intimidatorio contro chi fa accoglienza in Trentino. A Soraga, il 31 ottobre 2016, era stato appiccato il fuoco all’Hotel Ombretta, ancora vuoto, che avrebbe dovuto ospitare 40 richiedenti asilo.
Poche settimane dopo, toccava alla casa delle suore Elisabettiane di Lavarone a essere presa di mira con un attacco incendiario alla porta d’ingresso. Nella struttura, successivamente, venivano comunque accolte 24 donne nigeriane.
Il terzo episodio a Roncone: principio d’incendio sulla porta di una struttura di accoglienza per 13 migranti della Fondazione don Santo Amistadi, il 24 marzo 2017 (a tale proposito è possibile consultare il nostro Focus sul rifiuto dell’accoglienza, che raccoglie casi analoghi in tutta Italia).
Per ora, a San Lorenzo Dorsino sembra che le proteste contro l’accoglienza siano andate a segno ed abbiano ottenuto il risultato voluto: il progetto è stato infatti rinviato a data da destinarsi. E’ probabile che, dopo le contestazioni, anche il Cinformi riveda la decisione di alloggiare presso la struttura i richiedenti asilo (oltretutto potrebbe essere pericoloso per i migranti stessi, viste le minacce).
Il titolare del b&b, tuttavia, non si dà per vinto (e per fortuna!): “Io sono un privato e della mia casa posso fare quello che voglio”. Tornare sui propri passi significherebbe, forse, ammettere una sconfitta per un sistema di accoglienza diffusa, di cui tanto necessitiamo nel nostro Paese e che stenta ad affermarsi anche a causa di manifestazioni odiose come queste.
PS: i richiedenti asilo ospitati complessivamente in Trentino al 13 aprile 2018 sono 1603 su una popolazione di 1.062.000 persone; 7 su un totale di 1600 abitanti i richiedenti asilo che avrebbero dovuto essere ospitati nel borgo di San Lorenzo Dorsino. Informazioni dettagliate sono disponibili qui.