Andrea Chilelli e Ivano Vitti, due uomini di 45 e 50 anni, entrambi appartenenti agli ambienti di estrema destra e con precedenti penali, sono stati identificati come gli autori di una violenta aggressione ai danni di un trentenne del Gambia. Le indagini si riferiscono ai fatti accaduti all’alba del 17 giugno scorso, all’interno e fuori dal locale in via dei Volsci 32 nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. La vittima, dopo aver chiesto da bere, è stata aggredita dai due gestori del locale, che gli si sono scagliati contro e lo hanno cacciato. Una volta fuori dal locale, hanno continuato ad infierire, colpendolo e apostrofandolo con frasi discriminatorie e insulti razzisti e minacciando con un coltello un passante che si era avvicinato dopo aver visto la scena. Il ragazzo ha riportato lesioni con prognosi di guarigione di trenta giorni.
La Digos è riuscita ad identificare gli aggressori grazie alle immagini registrate da alcune telecamere della zona e alle testimonianze raccolte, in casa dei due sono stati poi ritrovati gli abiti indossati la sera dell’aggressione. Andrea Chilelli e Ivano Vitti sono quindi stati arrestati con l’accusa di lesioni e porto abusivo di armi, “con l’aggravante di aver commesso il fatto per finalità di discriminazione per odio razziale e etnico”.
San Lorenzo è un quartiere storicamente associato alla sinistra, per cui la notizia di un’aggressione razzista genera un forte contrasto con la memoria che si ha del quartiere e la situazione attuale.
Negli anni questa zona di Roma ha subito una trasformazione significativa, diventando un quartiere pieno di locali in cui lo spaccio. La morte della giovane Desirée, nell’ottobre scorso, aveva portato l’attenzione sulla situazione del quartiere, provocando polemiche strumentali (ne abbiamo parlato qui).
La risposta istituzionale che ne è seguita segue ricette antiche: un’ordinanza anti-alcol, che impedisce alle persone di bere in strada dopo le 21, e la riapertura al traffico di zone pedonalizzate. Si tratta di misure tampone che difficilmente possono risolvere i problemi del quartiere, che non riguardano solo questioni di sicurezza e polizia, ma vanno affrontati in modo più ampio e complessivo avendo in mente un modello di città che non sia unicamente disegnato in funzione dei consumi e che sia da un lato capace di sostenere le realtà sociali già presenti sul territorio (che sono molte) dall’altro di creare nuovi spazi di socializzazione e di partecipazione.
Sull’episodio dell’aggressione è intervenuta anche la sindaca Virginia Raggi, che in un tweet ha condannato l’accaduto e si è dichiarata contro ogni forma di razzismo. La Sindaca ad aprile scorso aveva presentato un progetto di riqualificazione urbana per una parte della zona, con l’obiettivo di trasformare gli spazi abbandonati in luoghi di aggregazione. La speranza è che l’intervento vada davvero incontro ai bisogni dei residenti e di chi vive il quartiere, evitando di incoraggiare ulteriori operazioni di speculazione e di alimentare ulteriormente il processo di gentrificazione.