Prima l’incendio, poi la violenza della polizia. E’ tanto chiara quanto grave la denuncia fatta da Nazione Rom, associazione che da anni si occupa della tutela dei diritti dei cittadini rom e sinti (qui il comunicato).
Tra domenica e lunedì un incendio è divampato nel primo piano della struttura di via Armellini, a La Rustica, periferia est di Roma. Un edificio al cui interno ci sono centoventicinque persone, “la metà sono minori, ci sono due persone emodializzate, tre donne al quarto mese di gravidanza e due neonati rispettivamente di tre mesi e 40 giorni”, come afferma una nota dell’Assessorato alle Politiche Sociali di Roma. Tutti trasferiti lì dalla giunta Alemanno, dopo gli sgomberi, effettuati dall’ex amministrazione capitolina, degli “insediamenti” di cittadini rom di Ponte Mammolo, Casilino 900 e La Martora. La giunta Veltroni ha trasformato questa ex fabbrica in cemento armato in una struttura per l’emergenza freddo, Alemanno l’ha resa un centro di accoglienza per rom, attualmente gestito dalla cooperativa Domus Caritatis, coinvolta nell’inchiesta Mafia Capitale. Viene naturale domandarsi che tipo di accoglienza ci possa essere lontano dai servizi e dal resto dei cittadini, all’interno di una ex fabbrica. Già l’assessora Danese parlando de La Rustica lo definiva una struttura in via di chiusura “poiché versava in condizioni, innanzitutto igieniche, terribili”.
Ma il punto oggi non è questo. Il punto è che la struttura è stata colpita da un incendio, probabilmente doloso secondo le prime dichiarazioni dei vigili del fuoco. Le fiamme sono divampate nel secondo piano e in tre stanze del primo, come sottolinea Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 Luglio, recatosi sul posto. Dopo l’incendio, le persone che vivevano dentro l’edificio dormono per strada. La protezione civile ha portato coperte e una bottiglia d’acqua a ciascuno. Troppo poco per chi non ha più un tetto sopra la testa. E dire che l’assessora alle politiche sociali Francesca Danese, arrivata a La Rustica lunedì, ha visto con i propri occhi le condizioni in cui versavano le persone, affermando: “Sistemeremo famiglia per famiglia le 100 persone rom evacuate. Stiamo facendo una cabina di regia per capire dove”. In realtà, però, l’unica soluzione avanzata dall’amministrazione è stata quella di sistemare in una casa famiglia le donne e i bambini. Per gli uomini, nessuna alternativa. “E’ la solita proposta dell’amministrazione dopo uno sgombero o una situazione problematica – spiega Stasolla – Uno smembramento familiare che non viene mai accettato dai diretti interessati”.
“L’assessore Danese, dopo essere passata in via Amerilli, è tornata al V dipartimento dove ha iniziato una riunione con la polizia municipale – ci spiega Marcello Zuinisi, rappresentante dell’associazione Nazione Rom – Ieri sera l’ho raggiunta telefonicamente: mi chiamavano le persone da La Rustica, chiedendo dove potevano andare e perché erano state abbandonate in mezzo alla strada con solo una coperta”. La richiesta di Zuinisi all’assessorato alle Politiche sociali è pratica e semplice: un tendone montato dalla Protezione civile. Questa mattina però, al posto degli aiuti è arrivata la polizia municipale, con a capo il vicecomandante Antonio Di Maggio. “Di Maggio ha iniziato a urlare alla gente che se ne doveva andare – afferma Zuinisi – Per questo la gente, che da due giorni dormiva in strada, senza alcun aiuto da parte dell’amministrazione, si è arrabbiata”. La richiesta della polizia era di “spostare mezzi, oggetti e pulmini dalla strada. Ma le persone hanno avuto paura che, una volta tolta le proprie cose, sarebbero stati mandati via senza alcuna alternativa. Il problema – afferma Stasolla – è che a queste persone l’amministrazione non ha detto nulla, si trovano in strada senza sapere cosa fare”.
Stando alle testimonianze, le rimostranze delle persone che non volevano andare via senza sapere dove recarsi hanno avuto come unica risposta una violenza carica della polizia: “Qua questa mattina c’è stato un casino. Ci hanno urlato addosso, hanno usato dello spray al peperoncino contro gli occhi di mia figlia. Ci hanno picchiati. Antonio Di Maggio ci ha minacciati con le pistole davanti ai minori, ci ha spinti. Noi non sappiamo più cosa dobbiamo fare. Adesso basta, vogliamo denunciarli”, ci dice al telefono R., una donna presente questa mattina, e che ancora adesso si trova in via Armellini. Un video, pubblicato dal quotidiano Il Corriere della Sera, conferma quanto raccontato da R. “Ora dicono che stanno chiamando la celere per sgomberarci. Perché ci trattano così? E dove andiamo?”. E mentre le famiglie chiedevano “l’intervento di autoambulanze per soccorrere i feriti”, stando alle testimonianze un uomo e un 15enne sarebbero stati fermati dalle forze dell’ordine.
“Il vicecomandante Di Maggio ha sempre agito nei confronti dei cittadini rom con modalità molto discutibili. Ora, sembra che si sia in attesa di un verbale dei vigili del fuoco che attesti l’agibilità di una parte dello stabile, così da garantire all’80% delle persone di rientrare”, sottolinea Stasolla. Il quale denuncia la grave assenza delle istituzioni: “L’unico rappresentante del Comune presente oggi sul posto è il gestore del Best House Rome – il centro in cui ‘è in atto una sistematica violazione dei diritti umani’ come dichiarato dalla Commissione diritti umani del Senato – , gestore che il pomeriggio lavora all’interno della Sala operativa sociale del Comune”.