Ieri, lunedì 17 novembre, tre ordigni sono stati rinvenuti all’interno della ex cartiera dove si trova il cosiddetto “Centro di raccolta rom”, in via Salaria, a Roma. Delle tre bombe a mano rinvenute in un borsone vicino ai cassonetti dell’immondizia, due sono riproduzioni. La terza, invece, è una bomba vera e propria, secondo le prime informazioni risalente alla II Guerra mondiale. A ritrovarle un residente del Centro.
Gli ordigni sono stati rimossi dagli artificieri dei carabinieri, chiamati degli stessi residenti, “molto spaventati da quanto accaduto”, come testimoniato dai membri dell’Associazione 21 Luglio accorsi sul posto. “Un gesto grave e inaccettabile” come afferma l’associazione, “a prescindere dalla veridicità o meno degli ordigni”. Un gesto “che sembra assumere i contorni di un crimine motivato dall’odio e volto a creare panico e intimidazione”.
Il Centro di via Salaria, in cui vivono 380 rom, tra cui circa 200 minori, è uno dei 3 “campi di raccolta” creati nel 2009 a Roma. Di fatto dei “campi rom” identici agli altri, denominati “villaggi attrezzati”, ma in muratura, come sottolinea l’associazione, che nel suo dossier descrive la situazione all’interno dello spazio dell’ex Cartiera.
“Auspichiamo una immediata e ferma condanna, da parte delle istituzioni locali e nazionali, rispetto a quanto accaduto – dichiara l’associazione – È quanto mai opportuno evitare, prodigando ogni sforzo possibile, che la tensione che in questi giorni ha riguardato rifugiati, immigrati e rom nel quartiere di Tor Sapienza si sposti in altre zone della città alimentato da un pericoloso spirito di emulazione».