Le associazioni lo affermano da anni, e ora lo dichiara anche la Commissione diritti umani del Senato: i campi rom vanno chiusi e suparati. E’ quanto emerge dalla risoluzione approvata dalla Commissione diritti umani del Senato, che impegna il governo a dare concreta attuazione alla Strategia nazionale d’Inclusione di Rom, Sinti e Camminanti e a superare definitivamente il sistema dei “campi nomadi” in Italia, “situazioni al limite della vivibilità” che fanno parte di una “politica emergenziale e assistenzialista”,
Una risoluzione che nasce, oltre che dalle molte denunce delle associazioni contro la costruzione dei campi, “dalle visite svolte dai membri della Commissione nei mesi scorsi in campi e villaggi attrezzati, soprattutto nella città di Roma”, come scrive la Commissione in un comunicato.
Nella nota la Commissione sottolinea anche come le recenti inchieste giudiziarie abbiano evidenziato il modo in cui la gestione dei ‘campi nomadi’ a Roma facesse parte di “un sistema corruttivo finalizzato all’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici, che ha portato negli ultimi anni a un peggioramento delle condizioni di vita delle comunità Rom, alla loro segregazione e a uno spreco di risorse pubbliche: nel solo 2013 e nella sola Capitale sono stati impegnati oltre sedici milioni di euro, di cui circa il 60% rappresentato dai soli costi di gestione”.
Secondo l’Associazione 21 luglio, la risoluzione presentata dalla Commissione presieduta dal senatore Luigi Manconi rappresenta “un ulteriore passo verso la chiusura definitiva dei ‘campi nomadi’ presenti in Italia, [..] non luoghi dove il diritto è sospeso e dove per decenni sono state concentrate le comunità rom e sinte in emergenza abitativa”.
“Attendiamo le scelte coraggiose da parte degli amministratori locali che dal 2012 ad oggi hanno già speso più di 13 milioni di euro per la realizzazione di nuovi insediamenti per soli rom a Roma, Milano, Carpi e Giugliano; che stanno portando a termine la costruzione di nuovi insediamenti a Latina, Lecce, Merano e Cosenza e che si stanno attivando alla ristrutturazioni di ‘campi nomadi’ ad Asti, Savona, Vicenza e Torino”, ha concluso l’associazione 21 luglio.
I “campi rom” sono spazi di segregazione spaziale e sociale e di violazione dei diritti, gestititi e mantenuti con ingenti costi economici per la finanza pubblica, come denunciato dal dossier Segregare costa, redatto da Lunaria in collaborazione con berenice, Osservazione e Compare (qui la sintesi del dossier, qui il pdf completo). E’ urgente e necessario superare questa politica – socialmente ed economicamente insostenibile – con cui le istituzioni locali hanno governato fino a oggi la presenza rom sui propri territori.
“I ‘piani nomadi’ devono e possono essere sostituiti da piani di chiusura dei campi nomadi”, scrivevamo nel dossier, suggerendo la pianificazione di soluzioni abitative alternative e strategie di inserimento reali. La risoluzione della Commissione indica proprio questo percorso. Che, tra l’altro, si pone in linea con gli impegni internazionali assunti dall’Italia.