“Diventa anche tu rom: conviene!”. Questo lo slogan del sit-in che ha avuto luogo venerdì 26 ottobre, intorno alle 15.00, sotto Montecitorio. Una manifestazione promossa da “Baracca Italia”, comitato cittadino nato nel 2007 per protestare contro le azioni intraprese dall’amministrazione Veltroni in favore delle comunità rom. E se il tempo passa, l’obiettivo del comitato, composto da circa quindici persone, resta lo stesso: protestare contro i supposti “privilegi” che avrebbero i cittadini rom. E che vengono anche elencati in una tessera, distribuita durante il presidio, su cui compare il disegno di un uomo che, rovistando in un cassonetto della spazzatura, prende la sagoma dell’Italia, con a fianco l’elenco di quelli che, secondo il comitato, sarebbero i presunti “privilegi” della comunità rom: “casa gratuita, mezzi pubblici gratuiti, rovistare nei cassonetti, rubare il rame, fondere i metalli in qualsiasi luogo, bivaccare ed elemosinare con i bambini, accedere più facilmente alle scuole materne, infrangere la legge senza conseguenze”. Compilando la tessera, si diventerebbe rom, entrando a far parte della “Repubblica zingara” di cui si parla sul sito del comitato, riuscendo così a ottenere i “privilegi” tanto desiderati.
“Non manifestiamo contro i nomadi”, spiega alla stampa Federica Moretti, portavoce del comitato, “ma contro la proposta del ministro Riccardi, perché in un momento di crisi come questo pensiamo che debbano avere la priorità azioni che favoriscono i giovani italiani nell’accesso alla casa e al lavoro”.
L’iniziativa del comitato ha ricevuto consensi da parte di vari esponenti politici: Marco Giudici, consigliere del Municipio XVI del Popolo della Libertà, in una nota ha detto di “aderire all’iniziativa Baracca Italia, perché credo che chiunque abbia buon senso debba impegnarsi per aiutare prima di tutto i cittadini onesti e volenterosi, che siano italiani o immigrati”. Affermazione che ne sottintende un’altra: tutti i cittadini rom sono disonesti.
Il richiamo ai diritti di precedenza che avrebbe il “popolo italiano”, oltre che dal comitato, è ribadito anche da Andrea Roncella, responsabile del Movimento Roma Europa Sociale (RES), secondo il quale la Strategia nazionale di inclusione di rom e sinti presentata dal ministro Riccardi “suona di presa in giro per il popolo italiano, vista la grave situazione economica in cui verte il nostro paese.”
Anche Fabrizio Santori, consigliere di Roma Capitale e candidato a sindaco alle primarie del centrodestra, ha spiegato in una nota: “Aderisco alla manifestazione organizzata da Baracca Italia perché è ora di farla finita con la tolleranza estrema. Il ministro Riccardi si ricordi che siamo in Italia e che lui è un ministro della Repubblica italiana. Si eviti di scadere in un assurdo razzismo al contrario in nome di un ideologismo ottuso ed antistorico, un’ingiustizia che si vuole stendere come un lenzuolo candido e quasi ingenuo per mascherare ben altre e meno angeliche riflessioni. I nomadi, come nessun altro, non possono avere corsie preferenziali per casa, scuola e lavoro”.
Santori non avrebbe solo partecipato alla manifestazione: l’avrebbe anche promossa, spedendo “inviti all’iniziativa attraverso la mail istituzionale”, segnala il presidente dell’associazione 21 Luglio Carlo Stasolla, che definisce la presenza di Santori alla manifestazione “particolarmente grave”, così come gravi sono i contenuti del presidio, “particolarmente offensivi” secondo l’associazione, che ha segnalato i fatti all’Unar e alla polizia postale: “Attraverso un linguaggio dispregiativo e immagini inappropriate vengono diffuse idee fondate sul pregiudizio e basate su stereotipi che dipingono le comunità rom come destinatarie di presunti privilegi e esclusivamente dedite ad attività illecite”, afferma l’associazione 21 Luglio.
La portavoce del comitato risponde alle accuse in maniera lapidaria: “Non pensiamo di aver offeso nessuno. Non si può negare che la maggior parte dei rom si comportino così”, e il consigliere Santori minimizza: “Questa è solo un’iniziativa goliardica, una provocazione”.
Dovrebbe dunque essere presa come una provocazione quella che invece l’Agenziaparl definisce come “una petizione popolare a tutti gli effetti, indirizzata ai Presidenti di Camera e Senato”: dal sito web del comitato si può apporre la propria firma al testo che chiede che “sia reso possibile a tutti i cittadini italiani di aderire alla comunità Rom e ricevere i loro stessi privilegi e diritti”.