La Corte di Appello di Torino ha pronunciato venerdì 13 luglio 2018 la sentenza di secondo grado relativa al rogo della Continassa. Sono state confermate le condanne per quattro persone mentre è stata assolta una quinta persona. La Corte ha confermato l’impianto accusatorio di primo grado e l’aggravante di “odio etnico e razziale”, pur riducendo le pene comminate in primo grado.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate nei prossimi giorni.
La sentenza si riferisce a un fatto avvenuto il 10 dicembre 2011, quasi sette anni fa.
Il 9 dicembre 2011, una ragazza di sedici anni denunciò una violenza sessuale indicando alle forze dell’ordine come suoi aggressori due cittadini rom. Nel quartiere delle Vallette (dove abitava), alla periferia nord-ovest di Torino, fu organizzata per la sera successiva una fiaccolata di solidarietà con la vittima dell’aggressione. La notizia risultò in realtà falsa, ma nonostante un Carabiniere e il fratello della ragazza avessero tentato di informare i manifestanti, alcuni di loro decisero di attaccare la Cascina della Continassa dove vivevano circa 50 rom. Furono devastate e incendiate baracche e roulotte, messi in fuga i rom residenti e ostacolati i soccorsi dei Vigili del fuoco.
Il 14 luglio 2015, il Tribunale di Torino aveva condannato sei persone e assolto una settima persona, confermando l’aggravante dell’ “odio razziale” ipotizzata dalla pm. Così scriveva il giudice nelle motivazioni della sentenza di primo grado:
«L’atavico e mai sopito odio etnico nei confronti degli “zingari”, portato alle estreme conseguenze, ha fatto sì che normali cittadini ponessero in essere atti di disumana violenza verso il nucleo di rom accampati all’interno dell’area della Continassa, giungendo a bruciarne le baracche, ad inneggiare alla loro morte, a ritardare i soccorsi bloccando gli automezzi dei vigili del fuoco accorsi per spegnere il devastante incendio appiccato con torce ed accendini. Un episodio indegno che neppure le fotografie in atti riescono a rendere in tutta la sua brutalità».
Condannati per l’incendio, sì, ma anche e soprattutto con l’aggravante dell’”odio razziale” evidente secondo il giudice nel, «volantino che indiceva il corteo e dal tenore delle incitazioni e degli insulti urlati dai manifestanti, l’obiettivo reale dell’azione non erano gli sconosciuti autori della presunta violenza sessuale, ma “gli zingari” nella loro totalità, quali appartenenti ad un’etnia inferiore e disprezzata». «Il tenore di quel volantino – proseguiva il giudice – è la dimostrazione di come la legittima indignazione per una violenza che in quel momento nessuno sospettava essere un’invenzione calunniosa, si fosse, immediatamente trasformata in una campagna di odio razziale verso i rom stanziati alla Continassa». L’aggravante dell’aver agito con la «finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso» era emersa, secondo il giudice di primo grado, anche da «slogan quali “bruciamoli tutti”, palese dimostrazione di un odio indiscriminato rivolto verso la totalità della popolazione rom». E così, «alcuni riuscirono ad entrare nella Continassa e iniziarono a devastare ed incendiare casupole, baracche, roulotte, mentre chi era rimasto fuori urlava frasi di incitamento mescolate ad insulti razzisti».
Per approfondimenti si vedano:
http://sostieni.cronachediordinariorazzismo.org/databaserazzismo/11-12-2011-torino-to-piemonte/
http://sostieni.cronachediordinariorazzismo.org/una-luce-in-fondo-al-buio/
http://sostieni.cronachediordinariorazzismo.org/la-stampa-si-scusa-oppure-no/
http://sostieni.cronachediordinariorazzismo.org/rogo-della-continassa-sei-condanne-fu-odio-razziale/