“La famiglia di Imed e Senada é entrata in una casa popolare perché assegnatari legittimi, non possono essere gruppi di neofascisti, o chiunque in modo violento, a stabilire chi può o meno entrare in una casa pubblica”. Lo dichiarano Francesca Chiavacci e Simona Sinopoli, presidenti di Arci nazionale e Arci Roma, in merito alle proteste in via Satta a Casal Bruciato nella periferia di Roma.
“La famiglia – proseguono – giustamente non vuole rinunciare alla casa e per questo vanno sostenuti. Non è possibile – sottolineano – cedere alla violenza di chi vorrebbe stabilire chi e dove assegnare case pubbliche. Stiamo assistendo a una catena di solidarietà per questa famiglia, oggi saremo al ‘presidio solidale’ alle 16 per affermare la legalità e rifiutare la violenza e i metodi che stanno costringendo un’intera famiglia a vivere sotto assedio. E’ vergognoso – concludono – assistere alla peggiore strumentalizzazione politica contro dei bambini, perché c’è chi cinicamente vuole sfruttare questo disagio a scopi elettorali”.
Anche l’Associazione 21 luglio, in un altro comunicato, esprime profonda preoccupazione per quanto sta accadendo a Roma e ancora di più per l’arrendevolezza dell’Amministrazione Comunale davanti alla violenza di manifestazioni di stampo razzista e xenofobo. L’Associazione chiede alla sindaca Raggi di far rispettare le leggi, garantendo ad ogni cittadino, al di là della sua proveninenza, la tutela dei diritti fondamentali e lottando, senza mezzi termini e tentennamenti, contro ogni minaccia e sopruso.
A partire da Torre Maura, l’Amministrazione Comunale sembra aver definitivamente ceduto al ricatto dell’estrema destra, manifestando una profonda debolezza e mostrandosi accondiscendente, di fatto, alle pulsioni neofasciste. Le famiglie provenienti dall’insediamento La Barbuta rientrano nel progetto comunale del superamento dei campi denominato “Piano rom”. Il loro ritorno alla baraccopoli sancisce, tra le altre cose, il fallimento del disegno politico.
Inoltre, senza censura né freno da parte delle Forze dell’ordine, i militanti di estrema destra hanno dettato la linea delle assegnazioni delle case popolari sul territorio comunale, organizzando manifestazioni non autorizzate, occupando suolo pubblico con minacce e azioni di forza: la presenza delle Forze dell’ordine ha solo marcato i limiti tra accusatori e vittime.