Non sono bastate le condanne per ingiurie, molestie e lesioni, con l’aggravante della violazione della legge Mancino. Le vittime di questi comportamenti hanno preferito tornare in Marocco, paese di origine, spinte dalla paura di subire ancora vessazioni e offese.
Le persone coinvolte sono due cittadini italiani, residenti a Sona (Vr), e i loro vicini, una famiglia di origini marocchine.
Secondo l’accusa, da due anni i due portavano avanti “un pervicace atteggiamento denigratorio”, animato da ragioni etniche e religiose”, come si legge nella sentenza depositata il 7 marzo scorso.
Visto quanto subito, la famiglia ha deciso di tornare in Marocco, per garantire ai figli una crescita lontana “dall’odio della religione musulmana”, come hanno spiegato alla stampa locale.
Ne ha parlato sul quotidiano online L’Arena il giornalista Giampaolo Chavan, che ci ha segnalato la vicenda (leggi l’articolo).