Il Consiglio comunale di Bergamo approva a maggioranza la cosiddetta legge “anti-kebab”. Il provvedimento passa con i voti favorevoli di Pdl e Lega Nord. Il centrosinistra vota contro. Si tratta di un’applicazione locale della norma introdotta dalla Regione Lombardia nell’aprile 2009, attraverso la quale si dava libertà ai Comuni di porre vincoli all’apertura di esercizi commerciali nella zona dei centri storici. In salsa bergamasca, si tratta di una variante urbanistica che interesserà specialmente la zona di città alta: da adesso in poi non sarà più possibile aprire dei cosiddetti “negozi etnici” in città alta, in virtù dei nuovi vincoli, posti a “salvaguardia del decoro, della sicurezza urbana, della cultura e dell’identità locale”. Già da tempo, il comune bergamasco si era contraddistinto per una sua personale “guerra del kebab”. Daniele Belotti, consigliere comunale della Lega Nord, e anche assessore regionale del Territorio, nonché firmatario della legge, dichiara soddisfatto: “L’obbiettivo di questo regolamento è puramente salvaguardare. Finora è stato normato tutto quello che sta al di fuori di un negozio, non quello all’interno. E’ un paradosso. Immaginiamo in città alta un ristorante cinese con le lanterne rosse di carta, poi un kebab, un distributore automatico o un sexy shop. Sarebbe più bella o più brutta? Tra l’altro per onestà devo ammettere che noi non abbiamo inventato nulla, ma copiato tutto dalla Regione Toscana. Abbiamo adottato i regolamenti di Pistoia, Siena, Firenze, non certo governate da Giunte in camicia verde leghista”.