Il dibattito sulla riforma della cittadinanza torna nelle sedi istituzionali. Sono infatti attese per domani le audizioni in Senato delle associazioni convocate davanti alla Commissione Affari Costituzionali: la Rete G2, Lunaria, Arci, Asgi, Cgil, tutte realtà promotrici della campagna “l’Italia sono Anch’io”, che già nel 2012 raccoglieva e depositava in Parlamento oltre 200mila firme a favore delle modifiche normative per l’introduzione dello ius soli. Un argomento su cui la politica si sta dividendo da anni. Nell’ottobre 2015, con 310 voti favorevoli e 66 contrari, la Camera dei deputati ha approvato il testo con le proposte di modifica alla legge 5 febbraio 1992 n. 91 in materia di cittadinanza. Un passo in avanti importante, ma su cui lavorare ancora: perché quanto raggiunto alla Camera è stato il risultato di una mediazione politica al ribasso che prevede solo forme di “ius soli temperato” e di “ius culturae” (qui info). “La normativa non disegna la riforma auspicata”, sottolineavano allora i membri della campagna L’Italia sono anch’io.
Ora sarebbe importante che il Senato si facesse protagonista di un cambiamento concreto, in linea con la realtà del tessuto sociale nazionale. Proprio su questo si soffermeranno le audizioni, mettendo in luce le criticità che permangono nel testo licenziato dalla Camera, ma, soprattutto, chiedendo che il Senato approvi il testo senza ulteriori modifiche peggiorative che stravolgerebbero il senso della riforma e lascerebbero disattese le speranze di migliaia di persone.