Con l’assistenza del Presidente e del vicepresidente dell’Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione, Lorenzo Trucco e Gianfranco Schiavone, e con la partecipazione di testimoni diretti come Yasmine Accardo, Adam Bosch e Abdelfetah Mohamed, il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli intende ripercorrere i giorni delle crisi umanitarie di Catania, di Roma e di Riace per riflettere sul rischio costituito dal decreto sull’immigrazione che il Governo Conte sta per varare e sulle misure di resistenza da intraprendere. Nella cornice del Teatro Cinema di Piazza Forcella, a partire dalle ore 19.00 del 5 ottobre, “RIACE, CATANIA, ROMA: L’ITALIA CHE LOTTA PER ACCOGLIERE” proporrà testimonianze, contributi filmati da Riace e da Roma e un servizio fotografico del fotoreporter Cesare Abbate. Il pubblico presente sarà coinvolto in un dibattito aperto per una riflessione collettiva sulle emergenze legate alle migrazioni che attraversano il nostro Paese. A moderare la serata ci saranno Maurizio Del Bufalo, Coordinatore del Festival, e il prof. Gennaro Avallone dell’Università di Salerno. E’ prevista una intervista via Skype con Domenico Lucano, sindaco di Riace. Il Festival del Cinema dei Diritti Umani, nel ribadire solidarietà a tutti coloro che lottano per poter affermare il principio costituzionale dell’ospitalità a chi fugge da Paesi in guerra, da situazioni di persecuzione o da fame, miseria e malattie, ha deciso di invitare i cittadini napoletani a riflettere a voce alta alla presenza di testimoni ed esperti che hanno seguito in prima persona i casi di “mala accoglienza” di cui il Governo Italiano si è reso protagonista nell’estate 2018.
Gli episodi della trascorsa estate (il caso della nave Diciotti a Catania, l’accanirsi della Prefettura di Reggio e del Ministero dell’Interno contro il progetto Riace e l’evacuazione del centro di accoglienza dei sudanesi di Roma) lasciano l’amaro in bocca per le modalità con cui sono stati gestiti e per la pericolosa ideologia che sottendono. E’ ora di mobilitarsi.
L’ingresso è libero, la cittadinanza è invitata ad intervenire