Per la prima volta una nave italiana ha riportato in Libia migranti soccorsi nel Mediterraneo. La Asso 28, nave di supporto a una piattaforma petrolifera, è stata coinvolta nelle operazioni di soccorso di un gommone con 108 persone a bordo. Come avviene ormai da settimane, la sala operativa di Roma ha dato indicazioni di coordinarsi con la Guardia costiera libica e, prese a bordo le persone, la Asso 28 ha seguito le indicazioni e le ha sbarcate nel porto di Tripoli. Vi proponiamo, qui di seguito, l’analisi fatta da Fulvio Vassallo Paleologo sul blog di ADIF – Associazione Diritti e Frontiere nel quale si fa il punto della situazione rispetto a queste “nuove” procedure messe in atto di “respingimenti collettivi“. “Ormai violare il diritto internazionale e condannare centinaia di persone a trattamenti inumani o degradanti nei paesi di transito, se non a morire in mare per abbandono, è diventato “una sfida all’Europa”, con l’avallo dei sovranisti e delle destre di tutto il mondo, da Trump ad Orban. Come vogliono a Washington ed a Mosca, con il pretesto della lotta ai trafficanti, Salvini “smonta l’Europa”, scrive Vassallo. E aggiunge: “Strumento essenziale per camuffare i respingimenti collettivi delegati alla guardia costiera libica, che libica non è, la istituzione di una zona SAR “libica”, autoproclamata dal governo di Tripoli, che ala fine di giugno la ha notificata all’IMO, dopo che in precedenza era emerso chiaramente che lo stesso governo Serraj non disponeva nè dei mezzi navali nè del centro di coodinamento nazionale, che sarebbero richiesti perchè possa essere riconosciuta una zona sar davvero “libica”.
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