La Campagna Ero Straniero esprime stupore e delusione per la decisione della Commissione bilancio della Camera di respingere gli emendamenti per per migliorare le misure relative alla regolarizzazione (art. 103 del decreto “Rilancio”), ampliandone la platea dei beneficiari e contrastando in modo efficace il lavoro nero. Il Tavolo Asilo Nazionale, con una nota, condivide la delusione e l’amarezza espressi dalla Campagna. Nonostante i numerosi appelli da parte della società civile e delle categorie produttive per un esteso provvedimento di regolarizzazione, nonostante i segnali di apertura da parte di parlamentari della maggioranza e di governo, la scelta di non intervenire per migliorare il testo appare inspiegabile.
Oggi, il Tavolo Asilo Nazionale (Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, ASGI, Caritas italiana, CDS, Centro Astalli, CNCA, CIR, Emergency, Europasilo, Fcei, Fondazione Migrantes, Intersos, Legambiente, Médecins du Monde – missione Italia, SIMM del Tavolo Asilo Nazionale) e Campagna Ero straniero (Radicali Italiani, Oxfam Italia, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto Onlus, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche in Italia, ActionAid Italia, Legambiente Onlus, ACLI, CILD, ASCS – Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, AOI, Terra! con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni) fanno appello ai partiti di maggioranza perché nel corso della discussione e votazione in Aula intervengano sui limiti del provvedimento, per garantire una maggiore sicurezza sociale e sanitaria e per una reale tutela dei diritti di tutte e tutti.
Regolarizzazione, Ero straniero: inspiegabile che maggioranza respinga emendamenti per rendere misura più efficace
Come realtà promotrici della campagna Ero Straniero, apprendiamo con stupore e delusione la decisione della Commissione bilancio della Camera di respingere gli emendamenti da noi elaborati per migliorare la regolarizzazione straordinaria contenuta nell’articolo 103 del decreto “rilancio”, che pure sembravano condivisi da membri del governo e maggioranza parlamentare.
Come abbiamo ripetutamente sottolineato, la misura rappresenta un primo passo, seppur parziale, verso il riconoscimento dei diritti e la tutela della dignità di centinaia di migliaia di persone straniere presenti sul territorio ma rischia di essere del tutto insufficiente così com’è.
Avevamo chiesto che in sede di conversione in legge la misura fosse migliorata per riuscire a essere realmente incisiva nella sfida all’integrazione, al contrasto al lavoro nero e alla tutela della salute collettiva, nell’interesse di tutto il Paese.
In quest’ottica, la campagna ha presentato una serie di emendamenti volti ad ampliare la platea di beneficiari permettendo a qualsiasi lavoratore – e non solo a quelli impiegati nel settore agricolo, del lavoro domestico e di cura – di uscire dall’illegalità e dalla marginalità.
Nonostante i numerosi appelli da parte della società civile e delle categorie produttive per un provvedimento più ampio di regolarizzazione, nonostante i recenti e incoraggianti segnali di apertura da parte di numerosi parlamentari e membri del governo, la scelta di non toccare il testo del provvedimento alla Camera per migliorarne l’efficacia appare inspiegabile e poco lungimirante.
Ci rivolgiamo nuovamente ai partiti di maggioranza affinché, nel momento della discussione e approvazione in Aula alla Camera, trovino il coraggio e l’unità per andare fino in fondo e intervenire sui limiti del provvedimento permettendo a un numero maggiore di persone di accedervi, per una maggiore sicurezza sociale e sanitaria e per una reale tutela dei diritti di tutti.