Il Consiglio regionale di Lombardia, guidato dal leghista Attilio Fontana, ha approvato ieri la mozione n. 24, denominata “CENSIMENTO RESIDENTI E INSEDIAMENTI CAMPI ROM PRESENTI IN LOMBARDIA E CHIUSURA DEI CAMPI IRREGOLARI”, presentata dalla consigliera FI Silvia Sardone. La mozione “invita il Presidente e la Giunta regionale ad attuare un censimento su base regionale che consenta di: definire il numero di rom, sinti e camminanti negli insediamenti regolari; definire il numero degli insediamenti al fine di attuare un maggior controllo della loro presenza sul territorio regionale; monitorare la frequenza scolastica obbligatoria dei minori presenti nei suddetti insediamenti”. Il testo è stato approvato con 39 sì, 31 no (voto contrario di Pd e Movimento 5 Stelle, che fa uno “strappo” all’unione con la Lega) e un astenuto. Il voto del Consiglio è arrivato dopo l’ok in aula dell’assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato (ben noto per le sue battaglie contro i rom). “Il voto favorevole del Consiglio regionale – ha commentato l’assessore a fine seduta – è un passo importante nella direzione di quanto il mio assessorato già da mesi sta programmando”. “Si tratta – ha proseguito – di politiche atte ad ottenere la chiusura da parte dei comuni e dei prefetti degli insediamenti irregolari, e di avviare un’indagine per comprendere le risorse economiche utilizzate per la gestione dei campi regolari. Solamente attraverso una mappatura degli insediamenti rom e sinti presenti in Lombardia è possibile attuare gli interventi più idonei a contrastare le situazioni di illegalità e degrado urbano e a garantire la civile convivenza”. L’assessore ha anche ricordato che una mappatura analoga era già stata effettuata nel 2006 dalla Provincia e nel 2008 – in particolare su Milano – dalla Regione, in collaborazione con Iref e con la Scuola del Corpo della Polizia locale di Milano. Ciò che mancherebbe tuttavia al momento è una “ricognizione” recente che dia una “fotografia” attuale e reale della situazione che sarebbe necessaria perché, si legge nel documento, «i dati sulla presenza di queste persone non è definito ma elaborato attraverso stime e mai a livello regionale, il numero totale degli insediamenti in Lombardia non è determinato e molti sono irregolari». Inoltre, Forza Italia ha chiesto che si «attuino politiche atte a ottenere la chiusura degli insediamenti irregolari» e che «si avvii un’indagine per comprendere le risorse economiche usate per la gestione dei campi regolari».
Nella stessa seduta consiliare, è stato approvato un emendamento presentato da un altro consigliere leghista che chiede che nel caso in cui si provveda alla chiusura di insediamenti irregolari presenti in Comuni non capoluogo, l’impatto sociale ed economico sia suddiviso tra gli enti e le istituzioni territoriali, con il coinvolgimento diretto di Ats, Prefetture e Provveditorato agli Studi. Di fatto, dal 2012 al 2018, a Milano sono stati chiusi dieci campi rom cosiddetti “irregolari”, da via Idro a via San Dionigi, nei quali risiedevano ben 960 persone. Al momento, ne restano quattro (quello di Montebisbino, di Vaiano Valle, di Bonfadini e quello di Cusago), ma sono tutti tenuti “sotto osservazione”: in totale sono 312 le persone che ci vivono. Nei campi cosiddetti “regolari” del capoluogo lombardo, invece, vivono 642 persone.
Una mozione dal carattere fortemente discriminatorio, quella approvata ieri, che chiede, a tutti gli effetti, un censimento su base “etnica” che in realtà più che mirare al “superamento” dei cosiddetti campi, sembra mirare alla loro eliminazione. Magari a colpi di ruspa.