Il mese scorso si è tenuto un meeting internazionale previsto nell’ambito del progetto europeo Re-You-rEU, coordinato da Lunaria e in collaborazione con il partner greco Antigone e quello spagnolo Gabinet d’estudis socials, sostenuto dal programma Erasmus+.
Più di 50 ragazzi italiani, greci e spagnoli di età compresa tra i 18 e 30 anni hanno risposto alla chiamata organizzata per il 18 e 19 Gennaio allo Scout Center di Roma, per confrontarsi sui risultati ottenuti dalle consultazioni nazionali sul razzismo nei tre Paesi partner – realizzate tra i giovani durante lo scorso anno all’interno dello stesso progetto – e per ideare una campagna di sensibilizzazione sui diritti umani e contro il razzismo da lanciare in occasione delle prossime elezioni europee di maggio.Il gruppo che ha partecipato al meeting internazionale è stato variegato oltre che per provenienza, anche per età, interessi e contesti di provenienza: alcuni già saldamente impegnati sul fronte dell’attivismo sociale, altri semplicemente mossi da una sensibilità verso il tema dell’hate speech e dall’interesse personale nel voler agire per arginarlo.
Fin da subito si è creato un clima di partecipazione intenso, in cui il dialogo e lo scambio di esperienze hanno dato vita a riflessioni che si sono concretizzate nell’ideazione di circa dieci ipotesi di campagna di comunicazione da realizzare on-line.
A sorprendere i ragazzi è stato il fatto di riconoscere che ciò che accade tutti i giorni nel proprio paese è una questione diffusa a livello europeo e non da rinchiudere entro i propri confini nazionali, ma ciò che li ha colpiti più di tutto è stato sentire che le loro preoccupazioni a riguardo fossero diffuse e condivise da tutti loro. Questo è stato motivo di grande forza e di unione del gruppo, che ha spinto i ragazzi a conoscersi un po’ più a fondo e ad approfondire la situazione degli altri Paesi, oltre che a riconoscersi in un obiettivo comune e ad elaborare strategie – in questo caso comunicative – per limitare la diffusione di una retorica pubblica aggressiva e violenta nei confronti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rom e tentare così di agire sulla società in cui vivono.
La parte centrale dell’incontro ha coinvolto il gruppo nell’analisi dei contesti e degli stereotipi a questi legati in cui si generano conflitti e in cui l’hate speech prende piede e si propaga. Fin da subito è emerso il pesante ruolo di responsabilità del mondo della politica, che spesso usa una retorica violenta e stigmatizzante come strumento di propaganda, dei media che spesso fungono da cassa di risonanza dell’hate speech politico e sono ancora poco avvezzi all’uso del fact cheking, pratica decisamente più diffusa in altri paesi per decostruire le notizie false.
Il processo di costruzione delle campagne, dunque, si è mosso a partire dall’individuazione di argomenti topici da decostruire che generano conflitti e pregiudizi, di target precisi a cui indirizzare il messaggio, infine di concetti chiave da utilizzare. Lavorando in micro gruppi i ragazzi hanno generato moltissime idee valide a partire da contesti reali e quotidiani, immaginando le forme in cui realizzarle, quindi elaborando scripts e persino in un caso simulando l’idea, e gli strumenti da utilizzare per la loro diffusione on-line.
L’ultima parte del meeting ha invece cercato di raccogliere raccomandazioni che possano essere indirizzate direttamente ai decisori politici che assumeranno la responsabilità di rappresentare i vari Paesi all’interno del Parlamento Europeo. Nonostante la sfiducia generale nei confronti della possibilità di poter influenzare i candidati politici, è nata l’idea di indirizzare una lettera pubblica ai candidati, chiedendo di tutelare i diritti umani e promuovere la lotta contro le discriminazioni, e quella di fare un appello generale ai futuri elettori, chiedendo di votare per partiti che non si pongano in maniera discriminatoria.
Durante il meeting il confronto e la partecipazione attiva hanno prodotto risultati che hanno sorpreso gli stessi partecipanti, i quali hanno convenuto nell’idea che esiste un’evidente necessità di continuare a rivendicare quei diritti umani fondamentali che oggi sono messi profondamente in discussione dalle diverse forme di populismo e nazionalismo che attraversano l’Europa, spesso intrisi di xenfobia e di razzismo.
Per tutte e tutti il meeting ha rappresentato un’occasione preziosa per rafforzare la consapevolezza di non essere soli nell’impegno quotidiano per la difesa dei diritti e contro le violenze razziste verbali e fisiche, online e offline
REPORT_RE_YOU_REU_internationalmeeting_11February201
Abbiamo raccolto in un video alcune interviste fatte durante il meeting di gennaio, i ragazzi hanno dovuto rispondere alle seguenti domande:
Cosa è il discorso d’odio?
Quale peso ha il discorso d’odio oggi?
Cosa ti porti a casa da questo workshop?