Sema e Ibrahim sono due cittadini di origine turca, ma con cittadinanza svizzera, che abitano a Basilea oramai da anni. Entrambi parlano perfettamente il dialetto locale, lavorano e hanno un figlio di quattro anni. La giovane coppia presenta una richiesta presso la “Nuova Cooperativa Alloggi” per poter affittare un nuovo appartamento. Una volta individuato quello più adatto alle loro esigenze, i due cercano di chiudere la trattativa con l’agenzia. Dopo alcuni giorni di silenzio, ai giovani viene comunicato che l’amministratore non può dare in affitto l’appartamento, perché Sema “porta il velo e questo potrebbe portare a un conflitto”. Il presidente della Cooperativa, René Brigger, sollecitato dalla stampa, preferisce non commentare la vicenda e si limita a dire che nell’assegnazione di un appartamento non vi sono criteri definiti: ovvero, in poche parole, il proprietario dell’immobile può decidere liberamente di affittare un appartamento a chi vuole. “L’abito non fa il monaco”, si dice: allora, il velo in sé può essere sufficiente a giustificare una simile discriminazione?