“Marocchino di m…, tu non sei nessuno, in Italia tu sei una m….., noi dobbiamo bruciarli gli extracomunitari”. “Sei nera e sei una sporca p…..”. “Torna a casa tua. Vattene. Scendi subito dall’autobus”.
Tre casi di razzismo avvenuti nelle ultime settimane, il primo a Reggio Emilia, il secondo a Napoli, il terzo a Trieste.
Nel capoluogo emiliano, un uomo si è scagliato contro l’autista di un bus della Seta, società di trasporto pubblico. Salito sull’autobus, l’uomo ha iniziato a insultare l’autista offendendolo per l’origine marocchina, e lo ha colpito con un pugno. Solo la barriera protettiva del conducente ha impedito un peggioramento della situazione. L’episodio, avvenuto sabato 28 marzo, è stato ripreso da una passeggera, e il video è stato pubblicato da Reggio nel Web. L’aggressore, un cittadino italiano, è stato denunciato per lesioni personali.
A Napoli, pochi giorni fa una studentessa universitaria di ventuno anni originaria del Ghana è stata aggredita da un gruppo di bambini tra i 7 anni e i 13 anni: dopo aver accerchiato la ragazza, hanno iniziato a insultarla per il colore della pelle, facendo poi riferimenti sessuali e palpeggiandola, fino a tirarle della terra addosso. L’episodio è avvenuto davanti al Palazzo Mediterraneo dove ha sede l’Università orientale, senza che nessuno intervenisse. “Il titolare di una copisteria ha assistito alla scena, ma non è intervenuto se non alla fine, quando quei ragazzini se ne sono andati e solo per dirmi che viviamo in una società degradata”, ha dichiarato la ragazza a Il Mattino di Napoli.
A Trieste, domenica 22 marzo il passeggero di un autobus della società di trasporto pubblico Trieste Trasporti ha offeso un altro passeggero insultandolo per il colore della pelle. La vittima, che inizialmente non ha reagito all’aggressione, ha poi provato a replicare. Fortunatamente, gli altri passeggeri sono intervenuti difendendo la vittima. Le forze dell’ordine, chiamate dall’autista del bus, hanno fermato e identificato l’aggressore: denunciato e accusato di ingiurie e violenza privata, l’uomo rischia anche un procedimento per “incitazione all’odio razziale”, oltre che per interruzione di pubblico servizio, visto che l’autista ha dovuto fermare la corsa a causa sua.
Tre casi in pochi giorni, in tre zone diverse dell’Italia, che confermano come il razzismo sia presente in modo diffuso nel nostro paese. Attraversa i discorsi di alcuni politici, il mondo dello sport, il linguaggio mass-mediatico, i social media, il mondo del lavoro. Lo incontriamo da vicino nella nostra vita quotidiana: è divenuto normale un fenomeno molto grave che andrebbe combattuto in tutti gli ambiti. Illuminanti le parole della ragazza aggredita a Napoli alle quali non è necessario aggiungere alcun commento:
“Non ce l’ho con quei ragazzini, perché sono minorenni e non posso prendermela con loro. Ma con i genitori, con chi li dovrebbe aiutare a crescere e a diventare uomini migliori”. La vittima ha deciso di non sporgere denuncia: “A cosa sarebbe servito? Erano minorenni. Sarebbero rimasti impuniti. E non sono loro i responsabili. Sono i cattivi esempi della politica e della televisione che i minori assimilano. Cosa ci si può aspettare se uno come Salvini va in tv e parla dei privilegi che noi immigrati avremmo? Quello che mi spaventa è che la gente è abituata alla violenza, alla discriminazione e all’omertà. Un anno fa io e una mia amica eravamo sedute in un bar. Un cliente chiese al titolare di farci andare via perché eravamo africane. Non contento venne da me e mi buttò giù dalla sedia. La vita per noi stranieri è questa”.