Un articolo comparso il 24 agosto 2011 sul sito agoravox.it ha affrontato il tema del contagio di tubercolosi al Policlinico Gemelli di Roma, annoverando come causa principale l’immigrazione.
“Sì, perché è proprio tra l’immigrazione” – scrive il dottor Mauro Martini- “che va cercata la fonte di questo ritorno infettivo. In letteratura medica, infatti, si legge che la tubercolosi polmonare ha vita facile quando trova malnutrizione e degrado igienico. E a tale proposito, nei giorni scorsi, alcuni tra i maggiori epidemiologi italiani indicavano la Romania come fonte storica della TBC.”
L’autore, partendo dal presupposto che la TBC in Italia è stata considerata completamente debellata negli anni passati, punta l’indice contro “una fratellanza tra i popoli ipocrita e insostenibile, a livello economico, sociale e sanitario. In letteratura medica, infatti, si legge che la tubercolosi polmonare ha vita facile quando trova malnutrizione e degrado igienico. E a tale proposito, nei giorni scorsi, alcuni tra i maggiori epidemiologi italiani indicavano la Romania come fonte storica della TBC.”
Immediate le reazioni dei lettori che hanno commentato l’articolo denunciandone i contenuti razzisti, ricordando anche che la tubercolosi è una malattia curabile e si sviluppa solo in rari casi (uno su duemila), dettagli tralasciati dall’autore troppo impegnato a calunniare i cittadini rumeni come untori. L’autore invece di ravvedersi, replica ai lettori rigettando l’accusa di razzismo e ribadendo la sua “tesi” che, secondo lui, è unicamente ispirata dalla volontà di “assicurare la sicurezza nazionale”. Come dichiara in un suo commento: “Abbiamo illuso gli immigrati che il nostro paese potesse essere una realtà in cui accoglierli migliore di quella di provenienza. Questi ultimi fatti dimostrano che non siamo in grado di difendere neanche noi stessi da un “nemico” batteriologico che pensavamo ormai appartenesse solo ai libri di storia.”