Accade che a distanza di pochi giorni e di pochi chilometri, prima a Costa Volpino, in provincia di Bergamo, e poi a Landiona, in provincia di Novara, i genitori di alcuni alunni italiani ritirano i propri figli dalla classe a causa dell’elevata presenza di bambini stranieri. A Costa Volpino, nell’unica sezione di prima elementare formatasi, 14 bambini sono di origine straniera, mentre solo sette sono quelli italiani. I genitori degli studenti italiani decidono di ritirare i figli iscrivendoli altrove, mentre i quattordici studenti stranieri vengono trasferiti in un istituto di un’altra frazione, e divisi tra due classi, in modo da rispettare il famoso tetto del 30% di “alunni non italiani” previsto dalla circolare Gelmini. Dopo il caso di Costa Volpino, la Lega Nord ne approfitta per riproporre le “classi separate per i bambini stranieri che non sanno l’Italiano”. Il deputato della Lega Nord, Davide Caparini, primo firmatario della proposta di legge che va in questa direzione, dichiara: ”Se la nostra proposta di legge sull’istituzione delle classi d’inserimento per gli studenti stranieri alla scuola dell’obbligo fosse stata accolta oggi non faremmo i conti con situazioni come quella avvenuta nella scuola elementare di Costa Volpino. Non è concepibile una classe in cui ci siano allievi che non parlano la nostra lingua”.
A Landiona, invece, i genitori degli alunni italiani ritengono che in classe ci sono “troppi bambini rom”, e anche loro decidono di ritirare i propri figli dalla scuola. Anche in questo caso, la Lega Nord non perde tempo, e interviene con una nota del presidente del Gruppo regionale, Mario Carossa: “Il caso di Landiona dimostra oltre ogni dubbio come l’immigrazione senza controllo e la convivenza forzata (??!!) con chi di convivere e integrarsi non ha la minima intenzione, sia dannosa e impossibile”.
Magari tutti questi bambini “stranieri” sono arrivati da piccolissimi in Italia o addirittura sono nati qui, e magari non sanno neanche di essere poi così “diversi” dagli altri.