Una condanna per molestie: è quella comminata nei confronti dell’europarlamentare leghista Gianluca Buonanno dal giudice, che ha accolto totalmente il ricorso presentato dalle associazioni Asgi e Naga. Il 2 marzo 2015, nel corso della trasmissione televisiva Piazza Pulita, Buonanno si era rivolto a Dijana Pavlovic, attrice e attivista serba Rom e, riferendosi a tutte le comunità Rom, aveva dichiarato: “Siete la feccia dell’umanità”. Un’affermazione estremamente grave, contro cui molte associazioni si erano mosse immediatamente. Anche noi, insieme a Federazione Rom e Sinti Insieme, Associazione 21 luglio, Asgi e Arci avevamo presentato un esposto presso la Procura di Roma. Oggi arriva una sentenza a sottolineare il carattere discriminatorio delle affermazioni del deputato leghista. Il giudice ha riconosciuto che associare il termine “feccia” all’etnia Rom “non solo è grandemente offensivo e lesivo della dignità dei destinatari, ma assume altresì un’indubbia valenza discriminatoria”. Non solo: il Tribunale non ha riconosciuto il diritto all’immunità di cui godono i parlamentari europei nell’esercizio delle funzioni. Secondo il giudice infatti al momento delle dichiarazioni Buonanno “non esercitava le sue funzioni di europarlamentare”, e le parole utilizzate non possono essere considerate “espressione di opinioni politiche”, ma al contrario, hanno avuto “come unica finalità la denigrazione e l’offesa”.
L’europarlamentare è stato condannato, oltre che al pagamento delle spese legali, alla pubblicazione dell’ordinanza “in caratteri doppi del normale ed in formato idoneo a garantirne adeguata pubblicità”, sul quotidiano “Il Corriere della Sera” entro 30 giorni dalla notifica della stessa. Non solo: ritenendo l’ordine di pubblicazione del provvedimento “sanzione non sufficiente e adeguatamente dissuasiva”, il Tribunale ha condannato l’europarlamentare ad un risarcimento di 6mila euro a favore di ciascuna delle due associazioni ricorrenti.
Riconosciuto, invece, il diritto al risarcimento del danno a favore delle due associazioni a causa “dell’elevato contenuto discriminatorio delle affermazioni pronunciate da Buonanno, della loro portata diffamatoria e denigratoria, della reiterazione per ben quattro volte della frase offensiva, della assoluta convinzione con la quale sono state pronunciate tanto da non indurre alle scuse malgrado la espressa possibilità offerta dal conduttore, del fatto che le offese sono state pronunciate nel corso di una trasmissione televisiva in onda su di una importante emittente televisiva, con un buon indice di ascolto (4-5% di share) in prima serata e quindi con ampia diffusione mediatica ed infine del ruolo politico e pubblico del Buonanno e della sua notorietà”.
“Siamo soddisfatti”, commentano le due associazioni, manifestando comunque preoccupazione per la continua diffusione di discorsi d’odio. “Ma la nostra azione – sottolineano – dimostra che possiamo e dobbiamo continuare a lottare contro queste violazioni”.