In un rapporto, presentato durante l’audizione della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti, Medici Senza Frontiere critica le condizioni nel Centro di Primo Soccorso e Accoglienza (CPSA) di Pozzallo e chiede alle autorità italiane di sviluppare una strategia concreta per uscire da un approccio emergenziale e garantire condizioni e servizi adeguati, nonché una migliore informazione sulle procedure d’asilo.
Il rapporto documenta ed evidenzia condizioni sotto gli standard minimi per quanto riguarda i servizi offerti alle persone e la protezione delle categorie più vulnerabili, e descrive le condizioni di una struttura, quindi, inadeguata e spesso sovraffollata. Il centro di Pozzallo si presenta in uno stato di deterioramento progressivo e necessita di lavori di manutenzione che fino ad oggi, nonostante le molteplici segnalazioni, non sono stati eseguiti. Il centro, che ha una capienza massima di 220 persone, si trova spesso a rispondere all’arrivo di numeri molto più alti, senza garantire un’adeguata separazione tra individui di diverso sesso, e una protezione adatta alle persone vulnerabili. Gli ospiti del CPSA riferiscono spesso di non possedere l’informativa legale. I beneficiari del centro non hanno, inoltre, la possibilità di uscire o chiamare i propri familiari, a causa della mancanza di accesso a linee e schede telefoniche.
Sulla base del rapporto realizzato sul caso del CPSA di Pozzallo, Medici Senza Frontiere chiede alle autorità italiane di abbandonare l’approccio emergenziale e sviluppare una risposta più strutturata per garantire condizioni di accoglienza e servizi adeguati. “Il diritto alla salute e il benessere psico-fisico delle persone devono essere considerati prioritari e come tali devono essere tutelati e garantiti” dice Stefano Di Carlo, Capomissione MSF in Italia. “Le persone ospitate all’interno del sistema di prima accoglienza devono essere trattate umanamente e in modo dignitoso. In particolare, chi desidera presentare richiesta di asilo deve essere messo nella condizione di farlo con procedure atte a individuarne le vulnerabilità”, conclude Stefano Di Carlo.
Medici Senza Frontiere continuerà a chiedere che le condizioni di accoglienza e i servizi forniti all’interno del CPSA siano adeguati, con l’obiettivo di contribuire al loro miglioramento e definire un modello che presti maggiore attenzione alle esigenze dei soggetti più vulnerabili.
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