“Il controllo delle frontiere non deve fare dimenticare all’Italia i suoi obblighi ai sensi del diritto nazionale e internazionale di garanzia della protezione ai minori non accompagnati e ai richiedenti asilo. L’Italia deve sospendere immediatamente le riconsegne sommarie alla Grecia dai suoi porti dell’Adriatico”. Non potrebbe essere più chiaro il rapporto pubblicato oggi da Human Rights Watch.
“Restituiti al mittente”, questo il titolo del rapporto che, basandosi su ricerche condotte in Italia e in Grecia alla fine del novembre 2011 e tra la fine di giugno e l’inizio di settembre 2012, e sulle informazioni raccolte con circa trenta interviste, denuncia proprio “le riconsegne sommarie dall’Italia alla Grecia dei minori stranieri non accompagnati e degli adulti richiedenti asilo”. Una procedura che si scontra con il diritto nazionale e internazionale, che tutela i richiedenti asilo e i minori non accompagnati non consentendo le riconsegne effettuate sommariamente. Inoltre, ricorda Human Rights Watch, nel 2011, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che il rinvio di un richiedente asilo afghano dal Belgio alla Grecia nell’ambito del regolamento Dublino II, lo espose poi a trattamenti degradanti: da allora, la Corte europea di giustizia ha stabilito per gli Stati membri l’obbligo di verificare le condizioni del paese di destinazione prima di effettuare i trasferimenti Dublino.
E le condizioni cui i migranti devono far fronte in Grecia sono ben descritte da M., un cittadino marocchino che, intervistato da HRW, afferma: “La Grecia è l’inferno”. La situazione nel paese ellenico viene confermata anche dal rapporto, che definisce la Grecia un paese “privo di un sistema di asilo funzionante o di un appropriato sistema di protezione dell’infanzia”, in cui “i minori stranieri non accompagnati devono affrontare detenzione e miseria e, come tutti i migranti, sono vulnerabili ad abusi da parte delle forze dell’ordine, in particolare nelle zone portuali in Grecia, così come alle condizioni degradanti della detenzione e di un ambiente ostile caratterizzato da crescente violenza xenofoba”.
Proprio alla luce di tutto questo l’Italia, seguendo le normative internazionali, dovrebbe applicare il principio di non refoulement secondo il quale non è possibile respingere alla frontiera un richiedente asilo, senza che si siano seguite procedure eque ed efficaci per determinarne lo status e i bisogni di protezione, come definito dal Comitato Esecutivo dell’ACNUR .
Quello che si verifica nei porti dell’Adriatico, però, contraddice tutto questo, “anche se il governo italiano – con una lettera inviata il 20 novembre 2012 all’HRW dal prefetto Ronconi – sostiene che le procedure portuali rispettano pienamente i diritti umani e garantisce che le persone bisognose di assistenza e di protezione internazionale sono correttamente identificate”.
In realtà, “Human Rights Watch ha verificato che i funzionari italiani non effettuano screening adeguati per i bambini né valutazioni adeguate della loro età, né garantiscono ai richiedenti asilo la possibilità di presentare domanda di protezione internazionale”.
Inoltre, “una volta che i migranti e i richiedenti asilo raggiungano le coste italiane, l’Italia è responsabile della loro protezione e di garantire un trattamento in conformità al diritto internazionale”, cosa che “vale anche durante il viaggio di ritorno”. Ma, come denuncia il rapporto, “l’Italia sembra avere abdicato alle sue responsabilità di assicurare ai migranti un ritorno alla Grecia sicuro e umano, non monitorando il trattamento dei migranti nelle mani delle compagnie di navigazione private durante il viaggio di ritorno”. Una mancanza di controllo che permette abusi e trattamenti inumani: “Molti dei migranti intervistati per questo rapporto, compresi dei minori non accompagnati, hanno lamentato di essere stati confinati in cattive condizioni e anche di essere stati ammanettati per tutta la durata del viaggio di ritorno in Grecia senza avere accesso a cibo, acqua, servizi igienici”.
Quello che emerge da questo rapporto è una situazione drammatica, in cui persone bisognose di assistenza sono rimandate, senza alcun tipo di informazione o sostegno, in un paese dove il loro diritto alla protezione non verrà rispettato. Per questo, il rapporto si chiude con diverse raccomandazioni: al governo italiano, esortato a interrompere i respingimenti sommari e a difendere la dignità dei migranti; al governo greco, sollecitato a migliorare immediatamente le condizioni in cui vengono tenuti i cittadini stranieri; e all’Unione Europea, cui HRW chiede di valutare l’Italia circa il rispetto degli obblighi, oltre che di riformare il regolamento Dublino II.
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