Collebeato, comune di circa 4.500 abitanti in provincia di Brescia. Domenica sera, verso le 22:30, alcune persone (con molta probabilità, secondo gli inquirenti, un gruppo di attivisti di estrema destra) si sono recate presso una casa dove alloggiano alcuni ospiti dell’ex- SPRAR (oggi SIPROIMI) e, dopo aver insultato una donna che non voleva indicare loro l’appartamento in questione, hanno urlato frasi razziste all’indirizzo dell’abitazione (poi individuata) e lanciato dei petardi, con una conseguente forte esplosione. Poi, lo stesso gruppo di persone, raggiunta l’abitazione del sindaco, ha depositato nella cassetta della posta altro materiale esplosivo che, una volta acceso, ha danneggiato il portone.
Il raid si è concluso con scritte razziste sul municipio e con una svastica sotto la lapide in memoria dei partigiani e su altri spazi dell’immobile. La loro probabile intenzione era quella di intimare al Comune di sospendere il progetto di accoglienza, allontanando di conseguenza i migranti dal paese.
Si è trattato di una vera e propria reazione violenta e minacciosa, dopo quanto era successo 24 ore prima. Infatti, sabato sera, in via San Francesco, due giovani cittadini africani, ospitati nel progetto di accoglienza gestito dalla cooperativa Adl Zavidovici, avevano dato in escandescenze. Uno di loro si era scagliato contro alcuni passanti e anche contro le auto in sosta, dopo aver appreso della morte dell’unica figlia nel Paese di origine. Dopo l’accaduto, comunque, l’uomo si era scusato con tutti ed era stato accompagnato da alcuni operatori in una struttura adeguata per affrontare il problema.
L’amministrazione comunale ha diffuso un comunicato ieri, spiegando e denunciando l’accaduto. “Siamo fermi nel condannare questi atti e nella volontà di continuare il percorso di accoglienza, intrapreso e condiviso ormai da anni dalla nostra comunità – dice il primo cittadino – crediamo che oggi più che mai sia necessario prendere le distanze da chi vuole alimentare il clima di odio, di divisione e di paura: non il conflitto, ma il confronto democratico sarà sempre la nostra unica scelta”.