Ci siamo. L’estate vera, quella afosa e terribilmente calda, è arrivata. E con essa, le storie sotto l’ombrellone e i “colpi di sole” (o di testa?). Leggiamo di una recente e “curiosa” vicenda di cronaca, che vede come protagonista un bagnante e un venditore ambulante straniero sulla spiaggia di San Vincenzo, nel livornese. Sidy Cisse, 61 anni, senegalese residente a Santa Croce sull’Arno, in spiaggia col necessario permesso per il commercio, cammina con la sua merce. Secondo una prima ricostruzione, inavvertitamente inciampa su un cagnolino, un piccolo chihuahua, che si mette ad abbaiare. Il padrone del cane (Mario Senegaglia, 30 anni, italiano), pensando che l’ambulante abbia dato un calcio al suo animale, si scaglia immediatamente contro di lui e inizia a prenderlo a spintoni, per poi sferrargli un pugno sulla tempia. L’ambulante finisce a terra privo di sensi. Sette giorni di prognosi per l’ambulante e quindici per l’aggressore, feritosi alla mano sferrando il pugno. La vicenda, confinata alla cronaca locale del 21 giugno, non viene minimamente riportata come atto di violenza razzista (ma concedeteci il beneficio del dubbio!), e del povero malcapitato non si hanno più notizie.
Ma tra le righe della vicenda (alcuni residenti hanno insinuato che questa violenta aggressione fosse legata ad una sorta di “liceità” concessa da un’ordinanza sindacale da poco emessa), apprendiamo (ahimé dobbiamo ammetterlo, ci è sfuggita!) di una “particolare” ordinanza estiva emessa dal sindaco Pd, Alessandro Bandini. L’ordinanza in questione permette ai gestori degli stabilimenti balneari di ricorrere agli istituti di vigilanza privata per contrastare il fenomeno dell’abusivismo. L’ordinanza 75, firmata lo scorso 15 giugno dal sindaco, ha in oggetto la “prevenzione dell’esercizio abusivo del commercio in forma itinerante e della vendita di prodotti con marchi contraffatti o privi della certificazione della Comunità europea”. L’arco temporale di riferimento va dal 15 aprile al 15 ottobre: in questo periodo i gestori degli stabilimenti – si legge nel testo – “sono tenuti a prevenire ovvero impedire l’accesso dei venditori ambulanti” al fine di impedirne l’esercizio abusivo e prevenire il disturbo dei propri clienti”. E i gestori sono autorizzati ad avvalersi di buttafuori, appunto. Diciamo una specie di “sceriffo da spiaggia”. “No, non sono affatto diventato leghista – si difende il primo cittadino in un’intervista a ilfattoquotidiano.it – e non c’è alcuna forma di repressione, si tratta solo di normale prevenzione. Il testo ha ricevuto il nulla osta prefettizio. Vogliamo solo contrastare tutto il mondo del malaffare che si cela dietro chi commercia merce contraffatta: l’obiettivo è educare alla legalità”.
Sempre di recente – si apprende da La Stampa – che anche l’assessore comunale al turismo del comune di Varazze (Savona), Filippo Piacentini, ha proposto il ricorso ai “vigilantes”. D’altronde, l’introduzione della figura dello steward “anti-abusivi” non è una novità: in altre zone d’Italia (come a Jesolo, già dal 2013) è attiva già da tempo. Ed inoltre era stata annunciata, nel silenzio generale, già nel marzo scorso (come leggiamo in questa agenzia Ansa).
E non è neanche la prima volta che un provvedimento “anti-ambulanti” fa scoppiare polemiche forti (ricordiamo, due anni fa fece scalpore la “rete anti-ambulanti” voluta da Umberto Buratti, sindaco Pd di Forte dei Marmi).
Ma il sindaco di San Vincenzo non è solo in questa battaglia. Anzi, diversi comuni si contendono la palma del provvedimento più assurdo (o anche più discriminante).
Il sindaco di Lavagna, Pino Sanguineti, centrodestra, ha equipaggiato i vigili di divise più leggere e anche di scarpe speciali (leggi qui), per muoversi sugli scogli. A Celle Ligure, dove la giunta è guidata dal centrosinistra, alcuni gestori degli stabilimenti balneari stanno sperimentando dei “vigilantes” privati. Il sindaco di Loano, Luigi Pignocca, centrodestra, ha assunto addirittura otto agenti di polizia municipale, a tempo determinato, per garantire pattuglie 24 ore su 24 per la sicurezza estiva. E sempre a Loano i gestori dei bagni hanno arruolato “steward” nel fine settimana per contrastare il commercio abusivo in spiaggia (leggi qui).
Immancabile e onnipresente, giunge, a chiosa, il commento Facebook di Matteo Salvini, che il 5 luglio, scrive: “Molti di voi mi segnalano che quest’anno le SPIAGGE italiane, da Nord a Sud, sono INVASE da venditori abusivi di ogni genere. Cosa fa lo Stato per limitare questa vergogna? Alla faccia dei commercianti regolari, e della tranquillità dei turisti! P.s. Quelli che mi fanno più incazzare, sono i “buoni” che comprano…”.
E cosi anche le spiagge e i luoghi di vacanza diventano luoghi di “invasione”. E c’è già chi l’ha battezzata “militarizzazione dell’estate“. E a giudicare dai toni dei titoli “gridati” dalla stampa, ci siamo proprio (fra i tanti: “Divieti, premi a vigili e telecamere: è guerra ai venditori abusivi sulle spiagge”, AdnKronos del 30/05/2015; “La Versilia in trincea, vigilantes in spiaggia: Qui ormai è guerra”, ilgiornale.it del 20/06/2015; “San Benedetto, commercianti in rivolta per l’invasione di vu’ cumprà in spiaggia”, corriereadiatico.it, 21/06/2015). Come se non bastasse la militarizzazione del mare e delle frontiere con tutte le terribili conseguenze che trascina con sé. Chissà se, dopo tutte queste ordinanze, siamo davvero “sicuri”…