A Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, il sindaco si è rifiutato di celebrare un matrimonio, mandando al suo posto un’impiegata dell’anagrafe. Il motivo? Lo sposo è un cittadino marocchino privo di permesso di soggiorno. Quando è pervenuta al Comune la pratica per le nozze, l’amministrazione leghista ha chiesto alla Questura di controllare la posizione dell’uomo, scoprendo che il mancato rinnovo del permesso di soggiorno era dovuto a un precedente penale risalente a tre anni fa. Per questo il sindaco aveva contattato la Questura, e i carabinieri erano intervenuti, il 5 novembre scorso, fermando le nozze a pochi minuti dalla celebrazione. Contro il matrimonio la giunta leghista aveva presentato anche ricorso al Tar, che però aveva dato il via libera alla celebrazione.
La sentenza del Tar sembrava potesse mettere fine a questa storia, e invece la Questura aveva deciso di procedere all’espulsione a seguito della posizione irregolare dell’uomo.
Un decreto di sospensione del provvedimento di espulsione, emesso dal Giudice di pace ha fatto però valere il diritto del cittadino marocchino, già sentenziato dal Tar, che si è così potuto sposare.
Le nozze sono state celebrate il 17 novembre, alla presenza di un’impiegata dell’anagrafe: “nessuno di noi intende celebrare quel matrimonio”, hanno dichiarato gli amministratori comunali, cui ha fatto eco il sindaco, che ha addirittura minacciato le dimissioni: “Dimissioni simboliche – ha precisato – Il mio gesto vuole essere una provocazione contro le istituzioni”.