Stanno protestando da questa mattina le persone chiuse nel Cara di Mineo, in provincia di Catania.
Sono tutti richiedenti asilo, e sono stremati dai lunghi tempi della burocrazia: da quattro mesi aspettano una risposta alla loro domanda di protezione internazionale.
Esasperati, sono usciti dal centro e hanno eretto barricate con dei massi raccolti nelle campagne adiacenti alla strada statale e alla provinciale che porta al paese di Mineo, bloccando la statale 417 Catania-Gela. Sono state anche danneggiate alcune automobili, compresa una volante della polizia.
Il Cara di Mineo è un ex-villaggio per i marines della vicina base NATO di Sigonella, situato in una zona disabitata e isolata. All’interno del centro si trovano 4000 persone, contro una capienza di 2000 posti.
Per quanto riguarda la risposta alle domande d’asilo, “la legge prevede che la Commissione territoriale provveda all’audizione del richiedente entro 30 giorni dalla trasmissione dell’istanza fatta dalla Questura e che la decisione venga poi adottata entro i successivi 3 giorni”, si legge sul sito del Ministero dell’interno.
I tempi sono invece decisamente più lunghi, e non è una novità: già nel giugno 2011 la situazione era esattamente identica, come denunciato allora dalla Rete Antirazzista catanese.
L’unica risposta istituzionale di fronte a questa situazione è, oggi come allora, repressiva: dalla questura di Reggio Calabria sono infatti stati inviati rinforzi.