Si è svolta questa mattina la conferenza conclusiva della Campagna “Per i diritti, contro la xenofobia”, promossa dalle associazioni Antigone, Lunaria, 21 luglio, in collaborazione con ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione.
La Campagna è stata condotta con l’obiettivo di introdurre nel dibattito elettorale in corso il tema dei diritti di migranti, detenuti e rom.
Accanto alla realizzazione dell’Agenda dei diritti umani in Europa, contenente proposte rivolte ai candidati italiani alle elezioni del Parlamento europeo, il progetto ha dato vita a una campagna di informazione sul diritto di voto dei detenuti; videointerviste sui contenuti dell’Agenda ai candidati italiani al Parlamento europeo; una campagna video per dare voce e risonanza alle istanze di rom, migranti e detenuti.
Inoltre, in seno alla Campagna per i diritti contro la xenofobia, è stato attivato un Osservatorio a garanzia dei diritti umani dei migranti, nel quale Lunaria in collaborazione con l’Associazione 21luglio, ha avviato un monitoraggio quotidiano della campagna elettorale in vista delle elezioni europee del 25 maggio.
Discorsi pubblici, comunicati stampa, interviste rilasciate ai media, post sui social network, manifesti e vignette, striscioni e manifestazioni pubbliche sono gli strumenti più utilizzati dalla politica per intervenire nel dibattito pubblico e per condizionarlo. Il loro monitoraggio sistematico consente di individuare se e con quali modalità nella campagna elettorale in corso il fenomeno delle migrazioni è utilizzato strumentalmente e se sono diffusi messaggi di intolleranza, di stigmatizzazione, di odio nei confronti dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Dal 1 febbraio al 15 aprile, vi è stata una prima fase incentrata su un monitoraggio del clima politico pre-elettorale nel quale la scadenza del 25 maggio viene a collocarsi. A partire dalla pubblicazione ufficiale delle candidature le attività di monitoraggio sono state invece concentrate sugli interventi dei candidati alle elezioni europee in campagna elettorale.
Tra l’1 febbraio e il 7 maggio 2014 sono stati monitorati complessivamente 88 casi in cui il tema delle migrazioni è stato utilizzato strumentalmente nei messaggi diffusi da parte di esponenti politici di rilievo nazionale, regionale o locale, attraverso dichiarazioni pubbliche, manifestazioni elettorali, post su facebook o la diffusione di materiali di propaganda (manifesti, volantini, immagini pubblicate sui social network). 17 i materiali di propaganda strumentali o stigmatizzanti rilevati, 56 i messaggi veicolati da parte dei candidati alle elezioni europee.
Tra i “temi” più ricorrenti nelle dichiarazioni e nelle attività preelettorali monitorate spiccano:
1) L’evocazione di un’invasione da parte dei migranti che arrivano via mare: “Chiusi tra false accuse di razzismo verso chi dissente e peloso buonismo di sinistra stiamo consentendo l’invasione del nostro Paese” (Guido Crosetto, 6 maggio, fonte: Asca); “quella che chiamano immigrazione ma che in realtà è un’invasione” (Matteo Salvini, 5 maggio 2014, fonte: livesicilia.it), “stop all’invasione, i confini vanno difesi” (Matteo Salvini, profilo Facebook: fonte Asca, 16 aprile 2014);
2) La contrapposizione tra migranti e cittadini italiani: “noi stiamo dalla parte dei cittadini italiani” (Carlo Fidanza, 15 aprile 2014, Fonte: Adnkronos), “prima aiutiamo la nostra gente (Gianluca Buonanno, profilo Facebook, 24 aprile 2014, Fonte. Cronachediordinariorazzismo.org”;
3) L’agitazione della paura rispetto al rischio di un’emergenza sanitaria che sarebbe provocata dagli ultimi arrivi di migranti sulle coste meridionali: “Ebola sbarca in Italia” (Magdi Allam, profilo facebook, 21 aprile 2014, fonte. Cronachediordinariorazzismo.org), “Ricordate questa parola: ebola. Sta arrivando” (Iva Zanicchi, 1 maggio 2014, fonte: news.supermoney.eu;, “Bisogna anche prestare attenzione alla questione delle malattie che portano, in particolare alla diffusione dell’ebola” (Iva Zanicchi, 28 aprile 2014, fonte: Adnkronos) ;
4) La stigmatizzazione della religione musulmana: “Finché l’Islam tratterà la donna come un essere umano di serie B e non riconoscerà i valori e le conquiste di libertà dell’Occidente, di moschee a Milano non ne sentiamo alcun bisogno.” (Matteo Salvini, 1 aprile 2014. fonte Il Giornale); “E poi, nel mondo i cristiani vengono uccisi in nome dell’Islam” (Matteo Salvini, 13 marzo 2014: fonte la Repubblica).
Tra i molti casi rilevati l’Osservatorio della Campagna per i diritti contro la xenofobia, dopo una valutazione attenta dell’équipe di lavoro, ha ritenuto opportuno segnalare 7 casi all’UNAR e all’ENAR dato il contenuto dei messaggi finalizzato a creare nell’opinione pubblica un allarme ingiustificato rispetto agli arrivi dei migranti via mare e/o alla presenza dei cittadini stranieri nel nostro paese oppure tendente a diffondere e veicolare stereotipi e pregiudizi nei loro confronti.
Nel corso delle attività si è inoltre deciso di procedere all’invio di due lettere di diffida all’on. Matteo Salvini, capolista alle elezioni europee per la Lega Nord, e all’on. Claudio Morganti, capolista per le prossime elezioni Amministrative e candidato alle Europee nella circoscrizione centro per la lista Io cambio.
Durante un sopralluogo nella base militare di Augusta il 5 maggio, secondo quanto riportato sul sito livesicilia.it, l’on. Matteo Salvini avrebbe tra l’altro dichiarato che “bisogna dire stop subito all’operazione Mare Nostrum che aiuta gli scafisti e occorre respingere i clandestini e investire i soldi del dispositivo in Africa per aiutare quei Paesi a svilupparsi”.
Lunaria e 21luglio ricordano che le espulsioni collettive sono vietate dall’articolo 4 del Protocollo 4 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Sul punto la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha chiarito come tanto le espulsioni collettive che i respingimenti in mare sono vietati salvo il caso in cui una tale misura sia presa sulla base di un esame ragionevole e oggettivo della situazione particolare di ogni singolo straniero che forma il gruppo (Conka c. Belgio, 2009; Hirsi Jamaa e altri c. Italia, 2012).
Di diverso ma ugualmente insidioso tenore le dichiarazioni di Claudio Morganti rilasciate il 2 maggio 2014 in occasione dell’arrivo di 15 cittadini siriani nelle strutture di accoglienza di Sofignano e Carmignano (PO). Secondo quanto riportato dal sito gonews.it Morganti avrebbe così commentato gli arrivi: “questa fuga repentina fa pensare che i presunti profughi non siano scappati da Paesi in guerra, ma che provengano da territori africani tranquilli e magari interessati dal virus Ebola. Quindi hanno pensato bene di fuggire prima della loro identificazione ed essere considerati clandestini. Adesso sono liberi di delinquere sul territorio o forse hanno già preso la via del Nord Europa, ipotesi che mi auguro.”
Secondo Lunaria e 21luglio le parole di Morganti evocano un pericolo, quello del virus Ebola, che in assenza di una corretta contestualizzazione e di dati oggettivi alla base delle stesse, veicola un messaggio tendente a creare nell’opinione pubblica un allarme ingiustificato rispetto agli arrivi dei migranti e/o alla presenza dei cittadini stranieri nel nostro paese stigmatizzandoli per altro come gruppo propenso alla devianza. Le associazioni, pertanto, hanno invitato il candidato a rinunciare alla diffusione di messaggi criminalizzanti e stigmatizzanti nei confronti dei profughi e dei migranti che son suscettibili di diffondere sentimenti di paura, rigetto o intolleranza.
L’Osservatorio è poi intervenuto per la pubblicazione di due vignette, attribuite a Marcello Sartori, sul profilo personale di Facebook da parte di Magdi Cristiano Allam, candidato alle elezioni europee per la Lista Fratelli d’Italia accompagnate da un commento personale dello stesso, seguito a pochi giorni di distanza da un articolo a firma del candidato avente medesimo tenore letterale.
La prima vignetta intitolata “Benvenuti a Bruxelles, modello d’integrazione europea” è stata accompagnata dal seguente commento: “BENVENUTI A BRUXELLES CAPITALE ISLAMICA! A Bruxelles ho visto la pubblicità della città per i turisti. E’ una pubblicità che fa vedere una città occidentale, abbiamo girato sempre a piedi e non mi sarei mai aspettato di vedere invece una città … islamica. Se la parola “integrazione” vuol dire “città islamica” allora l’integrazione che vuole l’Unione Europea, se la tenga Bruxelles! VOI COSA NE PENSATE?”.
Il messaggio “islamofobo” che si viene a veicolare tramite la combinazione della vignetta e il commento del candidato alle elezioni europee è infatti forte: agitando la paura dei fedeli di religione musulmana, si lancia l’allarme di una progressiva “islamizzazione” dell’Europa e della perdita di una sua supposta identità cristiana, suscitando e radicando così sentimenti d’intolleranza religiosa.
La seconda vignetta, che connette ai nuovi arrivi di migranti la diffusione del virus Ebola, veicola un un messaggio tendente a creare nell’opinione pubblica un allarme ingiustificato rispetto agli arrivi dei migranti via mare e/o alla presenza dei cittadini stranieri nel nostro paese. La stessa infatti è così commentata: “EBOLA SBARCA IN ITALIA! Anche il Papa ha parlato di Ebola, vuol dire che la cosa è importante. Ma più grave è che anche l’Ebola può diventare …cittadina italiana ! VOI COSA NE PENSATE?”.
Sempre Magdi Cristiano Allam ha firmato il 22 aprile 2014 un articolo sul quotidiano il Giornale dal titolo “Un mare di soldi e quel razzismo anti-italiano” che enfatizza la contrapposizione tra cittadini italiani e stranieri e veicola l’idea secondo cui se si promuovono azioni in favore di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, identificati come estranei al territorio, allora automaticamente si vanno a privare di tale diritto i cd. “veri” cittadini. Secondo Allam vi sarebbe “un apparato propagandistico che legittima l’immigrazionismo, un’ideologia che concepisce gli immigrati buoni a prescindere e ne favorisce l’arrivo in massa incondizionatamente, finendo per condannare come razzismo la difesa del diritto degli italiani a beneficiare in via prioritaria delle proprie risorse in Italia, persino quando gli italiani non hanno più garantito il diritto elementare alla vita nella nostra casa comune” (…) Oggi ci hanno imposto che si è razzisti se non si concede di tutto e di più agli immigrati e ai clandestini. Ma il vero razzismo è quello che stanno subendo gli italiani in Italia. E il vero miracolo è che gli italiani non si siano ancora ribellati. Ma ormai siamo al limite della sopportazione!”.
Viene così ad operarsi una contrapposizione tra stranieri migranti e cittadini passibile d’incitare alla discriminazione e all’odio e in un clima di crisi economica come quello che attualmente stiamo vivendo, tali dichiarazioni assumono un valore ancor più pregiudizievole della norma. Lunaria e 21luglio considerano dichiarazioni di tal fatta particolarmente irresponsabili da parte di chi si candida a far parte del Parlamento Europeo.
La parola, infatti, può essere uno strumento di offesa, di diffamazione, di incitamento a ottenere manifestazioni dagli altri cagionando dunque un danno sociale diretto e creando un ambiente ostile.
La libertà di manifestazione di pensiero deve trovare il suo bilanciamento con i diritti inviolabili dell’uomo tra cui il diritto d’uguaglianza, intesa come non discriminazione e pari dignità sociale; pur asserendo che la libertà d’espressione è preziosa per ogni individuo e tanto più per un cittadino democraticamente eletto che svolge attività politica, Lunaria e 21luglio ricordano che è di cruciale importanza che gli uomini politici, nei loro discorsi pubblici, evitino di diffondere delle idee suscettibili di alimentare il sentimento di intolleranza. (Feret c. Belgio, 2009)
Lunaria e 21luglio ricordano inoltre ai candidati che la legge punisce “chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” (Art.3, comma 1, lettera a della legge 13 ottobre 1975, n. 654 così come modificato dall’art.13, comma 1, lettera a della Legge 24 febbraio 2006, n. 85) e “chi istiga in qualsiasi modo alla discriminazione, o incita a commettere o commette atti di violenza o di provocazione alla violenza, nei confronti di persone perché appartenenti ad un gruppo nazionale, etnico o razziale” (Art.3, comma 1, della legge 13 ottobre 1975, n. 654 così come modificato dall’art. 13, comma 1, lettera b della Legge 24 febbraio 2006, n. 85).
Le associazioni invitano i candidati e più in generale gli esponenti dei partiti di qualsiasi livello ad astenersi dalla diffusione di messaggi di odio o incitanti la discriminazione nei confronti dei migranti, dei richiedenti asilo, dei rifugiati e delle minoranze rom.
La descrizione dettagliata di tutti i casi monitorati è disponibile sulla pagina dell’Osservatorio condotto dalle due associazioni, nell’ambito della Campagna per i diritti, contro la xenofobia.