Nel residence «Bella Farnia Mare», proprio davanti al luogo in cui la cooperativa In Migrazione organizzò, nel 2015, il primo centro servizi avanzati a tutela dei braccianti indiani, ostacolato dalla politica di destra e non adeguatamente sostenuto da quella di sinistra e in particolare dalla Regione Lazio, Joban Singh, bracciante indiano di 25 anni impiegato in condizioni di grave sfruttamento nelle campagne circostanti, ha deciso di togliersi la vita. E’ quanto denuncia nella sua inchiesta pubblicata su il Manifesto dell’11 giugno 2020 Marco Omizzolo. È il tredicesimo negli ultimi tre anni. Minacce e nessun supporto politico per le associazioni locali di sostegno ai migranti.