Il Corriere della Sera liquida l’accaduto con poche righe (“San Giovanni, aggredito un romeno. La pista del razzismo nelle indagini”, 2/06/2015). Il Messaggero è il solo quotidiano (e unica fonte, ndr) che ne da notizia in modo esauriente questa mattina: “Raid contro un rumeno. ‘Vai fuori dall’Italia’ e gli tagliano due dita”. Accade nel cuore della Capitale. Alle 8.30 del mattino, nei pressi di un bar di via Britannia, in zona San Giovanni- Piazza Tuscolo (zona nota anche per la presenza di una sede di Forza Nuova e la ex sede MSI di Acca Larentia, luogo di ritrovo dei neofascisti delle più varie tendenze). Tre giovani romani cominciano ad insultare senza motivo R.N., cittadino rumeno di 33 anni, mentre sta facendo colazione: “Te ne devi andare via, sei uno sporco immigrato, non ti vogliamo in Italia”. R.N. non reagisce e si allontana. I tre lo rincorrono in strada, impugnando bastoni e cocci di bottiglie, davanti a decine di testimoni basiti e terrorizzati. Urlano ancora frasi razziste (“Sporco rumeno vattene via”), minacciandolo di morte. L’uomo chiede aiuto, dapprima bussando alla caserma dei carabinieri, e poi rifugiandosi nel bagno di una vicina panetteria. Gli aggressori, noncuranti, lo raggiungono e afferrano un coltello del panettiere, buttano giù la porta e, nel tentativo di colpirlo alla gola, gli amputano due dita, colpendo la mano con la quale l’uomo si è difeso.
I carabinieri, giunti sul posto, forse in tempo per evitare il peggio, arrestano i tre giovani (due di 25 anni e uno di 21), che, a detta degli inquirenti, sarebbero molto vicini agli ambienti della destra estrema, con l’accusa di tentato omicidio, lesioni gravissime, resistenza a pubblico ufficiale e violazione della legge Mancino. Tutti sono risultati positivi ai test per cocaina e cannabinoidi. Inoltre, hanno tutti precedenti per rissa, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. La vittima, invece, ha subito un delicato intervento chirurgico, con il quale è stata ricostruita solo una parte della falange.
Il Messaggero conclude citando una frase di uno degli aggressori : “Sono stato io a tagliargli le dita”, avrebbe dichiarato il giovane “visibilmente alterato dalla droga assunta”. Ci riesce difficile immaginare che solo l’uso presunto di droghe abbia potuto scatenare tanta violenza e odio. Cosi come ci lascia perplessi il fatto che a quell’ora del mattino, in una strada abbastanza centrale, nessuno dei passanti sia intervenuto a fermare questi tre giovani scalmanati, nonostante poi in molti abbiano testimoniato. Altro dato importante: è evidente che alla stampa mainstream interessa di più marciare ripetutamente sulla vicenda di Boccea (che resta un fatto grave in sé, ma davvero si sta esagerando), piuttosto che far conoscere episodi come questo. Va da sé che l’odio diffuso quotidianamente nei discorsi dei politici in televisione, può tracimare facilmente e ispirare comportamenti come questi.
Forse spegnendo la tv, e parlando di più con le persone, resteremmo più umani?