Pubblichiamo qui di seguito il comunicato stampa di Amnesty International, nel quale si esprimono tutte le preoccupazioni riguardo alla situazione dei cittadini rom a Pescara.
Amnesty International si è dichiarata preoccupata per le notizie relative ai tentativi di compiere attacchi razzisti nella città di Pescara e nei suoi dintorni negli ultimi giorni. Secondo il questore di Pescara, famiglie rom stanno lasciando la zona o si stanno riparando dentro le abitazioni nel timore di possibili attacchi.
Per questa ragione, Amnesty International ha sollecitato le autorità italiane a prendere tutte le misure necessarie per proteggere le comunità rom da intimidazioni e attacchi, a condannare pubblicamente la violenza razzista e l’incitamento alla violenza razzista e all’odio razziale, ad avviare immediate e approfondite indagini su atti di intimidazione e di violenza di stampo razzista e a garantire che gli autori di tali azioni saranno sottoposti a procedimenti sulla base di leggi contemplanti pene commisurate alla gravità dei crimini commessi.
Dopo l’uccisione di Domenico Rigante, un tifoso della locale squadra di calcio di 24 anni, avvenuta il 1° maggio, della quale è sospettato un cittadino italiano di etnia rom, gruppi di tifosi e di amici della vittima hanno manifestato contro la presenza delle comunità rom a Pescara. Non sono stati commessi atti di violenza, ma nel corso delle proteste si sono levati in modo massiccio cori discriminatori e sono state minacciate azioni violente contro i rom.
Secondo quanto appreso da Amnesty International, nei giorni successivi persone non identificate si sono presentate nei luoghi generalmente frequentati dalla comunità rom, con l’intento apparente di minacciarli o di aggredirli. Un rom intervistato da Amnesty International ha riferito che donne rom sono state insultate, allontanate dai negozi e dagli ingressi delle scuole dove erano andate a prendere i loro figli. Nella notte tra il 7 e l’8 maggio, sono stati esplosi colpi in aria nel quartiere Rancitelli, dove vivono molti rom, all’apparente scopo di spaventare i residenti.
La mattina del 6 maggio, alla fine di un’iniziativa per ricordare Domenico Rigante, almeno un centinaio di manifestanti ha cercato di dirigersi verso Rancitelli. Queste persone sono state bloccate dal rapido intervento della polizia. La notte successiva, un gruppo di 40-50 persone col volto coperto da sciarpe e cappelli, è entrato in una sala bingo di Pescara e in un’altra di Montesilvano, con l’intenzione di aggredire i rom che spesso frequentano quei luoghi. Non vi è stato trovato alcun rom e nessuna persona ha subito violenza.
Il presunto assassino di Domenico Rigante e quattro presunti complici sono stati arrestati dalla polizia pochi giorni dopo il reato mentre altri presunti complici sono ricercati dagli investigatori. Riconoscendo gli sforzi fatti dalla polizia per portare di fronte alla giustizia i responsabili dell’omicidio e per proteggere le comunità rom della zona, Amnesty International sottolinea che le autorità italiane, a tutti i livelli, devono prendere misure proattive per prevenire attacchi e intimidazioni nei confronti dei rom e garantire che venga sottolineato, nelle dichiarazioni pubbliche, che mai una comunità dev’essere posta sotto accusa per gli atti compiuti da singole persone, che la responsabilità penale è individuale e che le comunità rom hanno diritto alla piena protezione da parte della legge.
Nel dicembre 2011, un insediamento rom di Torino venne incendiato dopo che si era diffusa la notizia che una ragazza era stata stuprata da uomini rom. La notizia si era rivelata falsa quando la presunta vittima aveva ritirato le accuse.
Da diversi anni, fa notare Amnesty International, rappresentanti delle istituzioni a livello locale e nazionale, attraverso dichiarazioni pubbliche, alimentano un clima d’intolleranza nei confronti delle comunità rom, collegando in modo infondato la mera presenza dei rom all’aumento della criminalità e dell’insicurezza. In nome della sicurezza, negli ultimi anni, le autorità italiane hanno adottato misure che hanno aggravato la discriminazione contro i rom, come lo stato d’emergenza dichiarato nel 2008 (la cosiddetta “emergenza nomadi”).
Amnesty International si è detta preoccupata per le recenti dichiarazioni fatte dal sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, in riferimento all’attuale situazione nella città, riportate dai mezzi d’informazione, secondo le quali leggi e procedure sull’accesso e sull’espulsione dal sistema di edilizia popolare dovrebbero essere modificate per permettere un uso più flessibile degli sgomberi.
Amnesty International ricorda a tutte le autorità che accedere a un alloggio adeguato e beneficiarvi è un diritto umano che non dipende in alcun modo da indagini e procedimenti giudiziari su reati.
L’organizzazione per i diritti umani guarda con preoccupazione anche alla dichiarazione pubblicata l’8 maggio sul sito Internet ufficiale della polizia di Pescara, in cui “la massiccia presenza” dei rom nella provincia viene descritta come “un fattore critico di primaria importanza”.
Amnesty International ha ulteriormente appreso con preoccupazione le dichiarazioni attribuite al questore di Pescara, secondo le quali egli avrebbe esplicitamente collegato sequestri e altre operazioni di polizia nei confronti dei rom, compiute nei giorni scorsi e nell’ambito di indagini non relative all’omicidio di Domenico Rigante, alla necessità di rispondere alla generale aspettativa del pubblico di stroncare la criminalità dei rom.
Amnesty International ritiene che la decisione di svolgere operazioni di polizia dovrebbe essere presa solo sulla base della necessità di prevenire e punire reati, a prescindere dall’etnia delle persone sospettate. Pur riconoscendo la necessità di combattere il crimine e rafforzare il rispetto della legge e gli sforzi fatti per proteggere le comunità rom di Pescara, l’organizzazione per i diritti umani chiede a tutte le autorità di astenersi dal fare dichiarazioni che potrebbero rafforzare l’idea di un legame tra i rom e la criminalità.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 maggio 2012
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