Anche quest’anno la campagna Sbilanciamoci! propone il suo rapporto annuale su “come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente”. Pensando a una Legge di bilancio 2017 a favore di “un’economia di giustizia“, non poteva mancare un focus sulla gestione dei fondi pubblici rispetto alla presenza dei cittadini stranieri, in particolare in riferimento alle misure di accoglienza previste per le persone che arrivano, e alle pratiche di inclusione riguardanti chi già si trova nel nostro Paese.
Guardando i numeri della Legge, Sbilanciamoci! sottolinea la tendenza del governo ad aumentare le risorse da impiegare per la gestione di quella che viene erroneamente definita “crisi migranti”. Ma il problema non sono i fondi, bensì la loro modalità d’impiego. Il primo chiaro segnale della scorretta ripartizione delle risorse è dato dal ruolo centrale assunto dal Ministero dell’Interno, a discapito della gestione dei fondi da parte del Ministero delle Politiche Sociali. Le manovre volte all’inclusione sociale e lavorativa dei cittadini stranieri sono difatti assenti, o lasciate del tutto in secondo piano rispetto ad interventi di segregazione dei migranti presenti sul territorio, e di contenimento e repressione dei flussi migratori in generale.
In controtendenza con questa linea politica la prima proposta di Sbilanciamoci! è la “Chiusura definitiva dei Cie e degli Hot-spot“, strutture che nell’attuale Disegno di Legge di Bilancio vedono triplicato lo stanziamento dei loro fondi – un miliardo e trecentoventi milioni di euro – rispetto a quello iniziale previsto nel 2016.
Smantellando questi centri, e ponendo così fine alla gestione dell’accoglienza in modo emergenziale, si avrebbero a disposizione 600 milioni di euro da impiegare per l’ampliamento e il miglioramento del sistema di accoglienza ordinario, così come per interventi di inclusione sociale e lavorativa. A questa considerazione fa seguito la seconda proposta della campagna: “Più fondi per lo SPRAR“. Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati potrebbe così beneficiare di uno stanziamento di 200 milioni di euro: una somma che consentirebbe di accogliere 15.600 persone in più rispetto ad oggi. Il sistema di accoglienza ordinario potrebbe essere incrementato ancora di più seguendo la terza proposta: “Sblocco turn over per i Comuni che aderiscono allo Sprar“. Con una spesa di 30 milioni di euro si potrebbero assumere 1000 dipendenti pubblici, che andrebbero a lavorare nel coordinamento e nella supervisione dei servizi erogati.
La quarta proposta di Sbilanciamoci! è invece a costo zero e mira unicamente a contrastare una palese ingiustizia: si tratta dell'”Abolizione dei visti di ingresso privilegiati per super-ricchi“. Nel Disegno di Legge di Bilancio è infatti prevista la possibilità di ottenere un visto d’ingresso e un permesso di soggiorno ad hoc, della durata di due anni e rinnovabile per altri tre, per chi investe almeno 1 milione di euro in società italiane o almeno 2 milioni di euro in titoli di stato.
Volendo mettere al centro le persone, e non i capitali, la quinta proposta di Sbilanciamoci! prevede “Più risorse per gli interventi di inclusione“. Rispetto ad un investimento praticamente assente da parte del Governo, la proposta prevede il finanziamento di azioni volte all’inserimento sociale dei cittadini di origine straniera, con un contributo di 200 milioni di euro.
La sesta proposta si concentra sull’istituzione di “un sistema nazionale di protezione contro le discriminazioni e il razzismo“: con un contributo di 50 milioni di euro si rafforzerebbe l’Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, ampliandone il campo d’azione e l’efficacia, anche grazie alla creazione di una rete di sportelli legali anti-discriminazione, da istituire in tutti i Comuni capoluogo di Provincia.
L’ultima proposta della campagna ha infine un forte valore antidiscriminatorio e di inclusione allo stesso tempo: “Avvio di un piano nazionale di smantellamento dei campi nomadi“. I cosiddetti campi nomadi sono da sempre, dal momento stesso della loro creazione, luoghi di segregazione a tutti i livelli: abitativa, sociale e culturale. Con uno stanziamento di 75 milioni di euro si potrebbero approntare, anche attraverso l’auto-recupero, abitazioni dignitose per i cittadini di etnia rom, e incrementare la loro partecipazione a progetti di inclusione sociale e lavorativa.
Per un quadro più dettagliato delle proposte e del Disegno di Legge di Bilancio clicca qui.
Anna Dotti