Nella notte tra martedì 25 e mercoledì 26 ottobre, giungono a Cene, in Val Seriana, 59 richiedenti asilo destinati alla struttura dell’ex colonia del Monte Bue di proprietà della Diocesi di Bergamo, che già in passato aveva ospitato dei migranti. Ad annunciare la notizia alla cittadinanza, in modo diremmo alquanto insolito, è lo stesso sindaco, il leghista Giorgio Valoti.
Dopo le barricate del ferrarese, nella bergamasca si sperimenta una nuova forma di “comunicazione” anti-profughi e del rifiuto. E Cene, dopo Gorino, lo fa con un pannello comunale (ovvero i tabelloni luminosi destinati alle comunicazioni dell’amministrazione comunale) che annuncia a caratteri cubitali e scintillanti l’arrivo dei profughi in città a chiunque passi per strada. La foto del tabellone viene postata poi sul profilo Facebook del Sindaco, accompagnata da un messaggio: “Si invita tutta la popolazione a partecipare al Consiglio comunale previsto per oggi 26 ottobre ore 20,30. Oltre al trattamento dei punti all’ordine del giorno, faremo il punto della situazione sull’emergenza che il nostro paese sta vivendo/subendo in prima persona da ieri notte”.
Immediatamente sulla questione si muove il segretario provinciale della Lega Nord, Daniele Belotti, il quale condivide la foto del sindaco, sempre via social, e commenta: “Altri 59 finti profughi a carico dei contribuenti imposti dal prefetto alla comunità bergamasca. Vittima di turno stavolta è il comune di Cene sul cui territorio la Curia ha riempito di clandestini un’ex colonia di sua proprietà. Umiliato il sindaco che non sapeva niente, umiliati i cittadini di Cene in difficoltà che si trovano una evidente disparità di trattamento, tutt’altro che umiliate, invece, le casse di chi si occuperà dell’accoglienza. Secondo voi chi può essere? Se da roma, attraverso i suoi vicerè, continueranno a fregarsene del territorio e delle istituzioni locali, a breve la gente arriverà a requisire le prefetture!! E magari a boicottare l’8 per mille e le offerte in chiesa…”.
Questo pannello sembrerebbe un fotomontaggio o uno scherzo bislacco. Ma in realtà non lo è. E il sindaco Valoti ribadisce la sua volontà e il suo dissenso, sempre via Facebook, anche in un secondo momento, a distanza di qualche giorno, dopo le ultime e devastanti scosse di terremoto: “Sono vicino alle persone appena colpite dal terremoto. La proposta che porterò avanti, sia con il Vescovo e con il Prefetto, é quella di usare la casa vacanze della curia, appena assegnata a 60 cittadini stranieri, come accoglienza per le persone terremotate che hanno perso la loro casa”.
Ma il sindaco va oltre il cartellone luminoso, e persegue anche una via più istituzionale e diretta, scrivendo al prefetto di Bergamo, Tiziana Giovanna Costantino, per dare seguito alla sua protesta. «Mi sono trovato di fronte al fatto compiuto» scrive l’esponente della Lega, aggiungendo che «il sottoscritto – si ritiene sollevato da ogni responsabilità per quanto attiene l’incolumità e la sicurezza delle persone ospitate presso la struttura». Non è tanto la preoccupazione per l’impianto elettrico o del riscaldamento, quanto “per la situazione che potrebbe degenerare”: «Io non voglio dubitare che siano brave persone. Per me sono disperati». E comunque «l’educazione voleva che una chiamata al sindaco si potesse fare». Chissà se una telefonata avrebbe davvero cambiato qualcosa nel senso di una Cene più accogliente.