Non è stato un bell’anno quello che sta per finire. Pieno di cattiveria, di violenza gratuita, di disumanità, oltre ogni possibile immaginazione e previsione. E sì, anche di molto razzismo. In primo luogo istituzionale, ma non solo.
Il 2018 è stato l’anno del raid di Macerata, di Firenze, di Riace e di Lodi. E’ stato l’anno delle violenze razziste mascherate da “goliardate” come quella di Pinerolo. E l’anno in cui la criminalizzazione della solidarietà è tracimata al punto di negare l’approdo a navi colpevoli di aver salvato vite umane, come l’Acquarius.
E’ stato l’anno della legge 132/2018, i cui effetti, al di là di stime più o meno attendibili, diventeranno maledettamente concreti e visibili per migliaia di persone, soprattutto nei prossimi mesi.
Ma c’è anche un’altra storia.
I ricorsi antidiscriminazione che sono stati accolti contro ordinanze, regolamenti sindacali e norme regionali ingiusti; le persone che non sono rimaste a guardare inermi e si sono ribellate di fronte alle violenze razziste; le decine di spazi occupati e di famiglie che accolgono richiedenti asilo e rifugiati facendo ciò che uno Stato civile dovrebbe fare e non intende fare, e che invece vengono sgomberati come fossero discariche di rifiuti, ci raccontano un’altra storia. Così come i molti i Comuni che hanno preso una posizione netta contro le politiche governative.
Siete, siamo moltissimi a rifiutarci di seguire l’onda di intolleranza che si è alzata dietro la spinta di sapienti incantatori del rancore ed è riuscita a trascinare con sé una parte grande dell’opinione pubblica.
Le nostre onde sono più basse, ma sono più lunghe, ne siamo convinti. Il nostro augurio è che si moltiplichino e si alzino ancora di più.
Appuntamento a gennaio, dunque, con il nostro tormentone del 2019, l’anno del: #primagliesseriumani.